Al teatro Stehler di Milano l’attore Toni Servillo ha rimandato al pubblico la sua personale rilettura di ‘Tre modi per non morire’ di Giuseppe Montesano. Ne scaturisce un’interpretazione intensa e partecipata
Il Piccolo teatro Strehler di Milano, dal 1° al 5 ottobre ha ospitato un monologo interpretato da Toni Servillo, intitolato ‘Tre modi per non morire’.

Sebbene il testo sia firmato da Giuseppe Montesano, Toni Servillo, sul palco dava l’impressione di essere il vero drammaturgo, grazie alla sua partecipazione e passione con cui ha imbrigliato l’attenzione della platea.
Cosa può salvare l’uomo dalla morte? La lettura, ovviamente.
Servillo ha percorso a ritroso i più grandi poeti della storia occidentale partendo da Baudelaire, per poi proseguire con Dante e diversi autori greci. È bene però ricordare che l’attore non si è limitato a leggere le poesie, ma ne ha dato una personale interpretazione, presentando brevemente alcuni elementi della biografia degli autori.
Tre modi per non morire: un monologo affascinante
Baudelaire è il più vicino alla nostra epoca e, secondo Montesano, ha previsto il mondo occidentale della nostra epoca osservando la caotica Parigi del suo tempo. Ha sofferto di malinconia, lo spleen, è il poeta di “Lusso, calma e voluttà”. Baudelaire ha sfidato le convenzioni sociali amando una donna mulatta ed aveva un tutore che controllava le sue entrate.
Il poeta è forse il personaggio di maggior difficile interpretazione, richiede infatti un’ottima preparazione letteraria per riconoscere a fondo le citazioni, ma si tratta comunque di un monologo affascinante.
Di Dante, invece, vengono citati solo i passi più famosi: la porta dell’inferno, gli ignavi, Ulisse, Paolo e Francesca. Sono i versi più immortali tra quelli della “Divina Commedia”, proprio per questo ci aiutano a superare la morte, perché presentano l’essenza dell’uomo.
Il volgare fiorentino del trecento non è poi tanto difficile da comprendere: tutti abbiamo studiato questi versi a scuola, lasciando un marchio indelebile dentro di noi. Per coloro che avevano difficoltà, il testo era sovra titolato e comunque commentato dall’attore.
Servillo parla anche di Dio, dicendo che è necessario attraversare l’inferno e parlare con Paolo e Francesca prima di presentarsi al cospetto dell’Altissimo. Il viaggio nell’aldilà è anche un percorso di purificazione.
Il teatro: il valore civico dalla Grecia ad ora
I greci nominati dall’altissimo sono moltissimi: Anassimandro, Democrito, Saffo, Eraclito, Platone e così via. L’aspetto più importante della cultura greca sarebbe però il teatro, una verità che ci viene rivelata con un forte accento napoletano.
Il teatro aveva valore civico in Grecia, tutta la cittadinanza vi partecipava perché poneva l’uomo davanti ad uno specchio per mostrare allo spettatore i suoi limiti, i pregi e i difetti.
Non mancano comunque i riferimenti alla filosofia, agli atomi e alla caverna di platone, al logos e all’archè. I greci hanno inventato la nostra cultura, senza di loro oggi non esisteremmo e per questo sono immortali.
In ‘Tre modi per non morire’ si percepisce la potenza con cui Toni Servillo affronta il pubblico, reggendo da solo un soliloquio di più di un’ora senza cedimenti né errori, mutando tono più volte per conferire colore alla rappresentazione.
L’interprete è un titano del teatro e del cinema italiano, un’icona della nostra nazione che andrebbe valorizzata non soltanto al cinema, ma anche a teatro, dove la materia si trasforma e si sfonda la quarta parete.
Valeria Vite
Foto: Masiar Pasquali
Tre modi per non morire
Teatro Strehler – Milano
Baudelaire, Dante, i Greci
di Giuseppe Montesano
con Toni Servillo
Luci Claudio De Pace
Produzione Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa
