L’Accènto editoriale
di Annalisa Civitelli
L’Accènto: Editoriale 119.
Il cinque, gesto di soddisfazione
Le similitudini tra pallavolo e lavoro redazionale
Editoriale 119. Ieri 7 settembre ’25, per l’Italia dello sport, sarebbe potuta essere una giornata più che eclatante. La squadra femminile della pallavolo, dopo 23 anni, è salita sul podio dei mondiali che si sono svolti in Thailandia dal 22 agosto al 7 settembre. Trentasei le partite vinte, con rigore, energia e mente. Dall’altra parte dell’oceano Sinner, invece, incassa la sconfitta contro Alcaraz agli Open US.
Mentre assistevo con entusiasmo alla finale, vedevo le pallavoliste tutte darsi il cinque, con uno spirito di squadra tangibile. E proprio da questo pensiero nasce il mio Editoriale 119. Americana, tale azione – si pensa – sia originata da Glenn Burke dei Los Angeles Dodgers durante una partita contro gli Houston Astros, il 2 ottobre 1977.
Lo stesso Burke si congratulò con il compagno di squadra Dustin Baker, in seguito a un fuoricampo, alzando il braccio destro verso di lui: con il palmo della mano gli diede il cinque. Gestualità che è entrata a far parte della vita quotidiana di ciascuno di noi, anche in campo musicale e cinematografico.
Si dice, infatti, “dammi il cinque” o “batti il cinque” per comunicare soddisfazione e congratularsi con gli altri. E così la squadra di pallavolo italiana si rafforza con l’idea comune: incoraggiarsi e non mollare mai.
Editoriale 119.: le capacità condivise
Il successo della pallavolo italiana, sia maschile sia femminile, è dovuta al CT Velasco, che ha rivoluzionato il lavoro di entrambe le nazionali.
Alla base, di fatto, c’è l’intento di organizzare meglio l’attività sia dell’allenatore sia delle atlete, che richiede molta disciplina, dando rilievo alla mentalità di squadra, che si deve trasformare in una compagine coesa.
Il motto è dunque saper valorizzare e mettere in campo le capacità di ognuno al servizio del gruppo. In questo modo la cultura di quest’ultimo e il rigore mentale vibreranno all’unisono e risuoneranno palpabili sia per i telespettatori sia in campo con quell’energia speciale che permette di vincere.
La coerenza di pensiero fa la forza
In questo Editoriale 119. mi sono voluta concentrare sulla correlazione tra il lavoro di squadra e quello di un team di una rivista online: ho pensato così che la visione rientri anche nel lavoro redazionale. Dal macrocosmo a un microcosmo in evoluzione.
Gestire un team non è facile. Richiede tempo e pazienza. L’ho imparato a mie spese. Ogni giorno acquisendo nuove nozioni: dare ordine, organizzare un planning mensile per dare una cadenza, un respiro, seguire le tappe social, inventarsi i nomi delle rubriche, confrontarsi, incitare, programmare.
Provare a non demoralizzarsi e, nonostante le difficoltà, portare avanti il progetto in cui si crede, con la speranza che cresca.
Non sono semplici compiti. Anzi. Sono caratteristiche che richiedono resilienza, forza e determinazione al fine di migliorare e puntare all’obiettivo desiderato. Proprio come la nazionale femminile di pallavolo ha raggiunto. Con il cinque, che rappresenta le dita di una mano. Che è il concetto di fondo di questo Editoriale 119.
La redazione è in fondo un gruppo e deve trovare la sua giusta comunicazione, concezione, visione ed energia professionale. Pertanto ce la metto tutta per allenare la mente, abituarla a una visione solida, e affrontare nuove possibilità.
L’Editoria non è però un mondo che paga. Si scrive per la gloria, è ormai noto. La passione rimane l’unico motore su cui si fonda il nostro cammino. Finché ci sarà questa forza, continueremo a scrivere e a esprimere le nostre opinioni. Ogni articolo, ogni rubrica, ogni idea è il nostro “batti il cinque” collettivo alla cultura: un gesto semplice ma potente, per ricordare che insieme la partita vale sempre la pena di essere giocata.
Annalisa Civitelli
