Il teatro Lo Spazio di Roma ha ospitato le quattro repliche di ‘Sei re’: fino allo scorso 18 aprile, lo spettacolo scritto e diretto da Duccio Camerini ha raccontato l’epopea di sei sovrani inglesi a partire da Riccardo II
La morte di Riccardo II d’Inghilterra, nel 1399, diventa l’inizio del regno dei Lancaster, con Enrico IV, e contestualmente di una sequenza di lotte di potere e guerre che hanno segnato la storia della Gran Bretagna per quasi cento anni.

‘Sei re’ è un’opera di spessore che Duccio Camerini mette in scena per raffigurare un parallelismo tra passato e presente, descrivendo una continuità storica nella quale la sete di potere ha attraversato i secoli.
Sei re: difetti troppo evidenti
I sovrani inglesi, protagonisti dello spettacolo, sono gli stessi ai quali Shakespeare ha dedicato alcune delle sue tragedie più note e, difatti, molte delle peculiarità di quelle stesse tragedie sono presenti anche in ‘Sei re’.
Il lavoro è ambizioso ma presenta numerosi difetti che ne compromettono la riuscita globale, a partire dalla recitazione del cast che, seppur di alta qualità, insiste su un tono costantemente gridato che infastidisce già dalle prime battute.
La scelta di sviluppare le azioni in uno spazio dove la platea è disposta a ferro di cavallo e le continue entrate e uscite degli attori da ogni direzione, così come i movimenti scenici spinti a ogni estremità del teatro, costringono gli spettatori a scomode e incessanti tensioni del collo se non addirittura ad avere una visibilità affatto chiusa per chi non è in prima fila.
Allo stesso modo, la distribuzione non uniforme delle battute, tra dialoghi concitati e sovrapposti, monologhi ridondanti e lunghi silenzi, rende il ritmo della messinscena disomogeneo e stancante.
Anche la complessità della trama, intricata ancora di più dai numerosi riferimenti filosofici presenti nel testo, fa di questo una rappresentazione piuttosto faticosa per gli spettatori meno preparati.
Uno spettacolo non per tutti
Tuttavia, ‘Sei re’ ha il pregio di presentare al pubblico un gruppo di giovani attori preparati e ed entusiasti, in grado di gestire nel miglior modo possibile una messinscena tanto elaborata.
Inoltre, l’opera è senza dubbio stimolante per chi ama il teatro e gli intrecci densi di significato, con l’aggiunta di vederli messi in atto con una costruzione fatta di immagini evocative ed eloquenti.
Gabriele Amoroso
Teatro Lo Spazio
dal 15 al 18 aprile
Sei re
Testo e regia Duccio Camerini
con Lorenzo Rossi, Leonardo Zarra, Elia Testa, Duccio Camerini, Marcello La Bella, Francesco Di Cesare, Samuel Di Clemente, Emma Piccirilli e Benedetta Tiberi
Aiuto regia Elia Testa
Costumi Caterina Lusena de Sarmiento
Musiche dal vivo originali Samuel Di Clemente
Produzione Florian Metateatro