Al teatro Anfitrione di Roma, dal 2 al 4 maggio, è andato in scena lo spettacolo ‘Se dovessi tornare’, scritto da Ester Palma e Giovanna Biraghi, e diretto da Andrea De Rosa. La drammaturgia, attraverso una scrittura raffinata, attraente e potente, affronta temi attuali che ci toccano da vicino
Il teatro Anfitrione capitolino, dal 2 al 4 maggio, ha ospitato ‘Se dovessi tornare’, una commedia noir, dissacrante e arguta, nata dalla penna di Ester Palma e Giovanna Biraghi, e messa in scena da Andrea De Rosa.

Il regista ha diretto con maestria un trio molto ben affiatato, che non sbaglia un colpo anche nell’avvicendarsi dei movimenti scenici dal ritmo incalzante.
A dominare il palco Bianca, una radical chic ipocrita e senza scrupoli, interpretata dalla talentuosa Maria Sofia Palmieri, Alina, una ragazza moldava ingenua solo all’apparenza di cui Morena Mancinelli veste i panni, e Armando, impersonato da Tommaso Arnaldi, tassista romano, mordace e impertinente, che strappa al pubblico più di un sorriso, seppur amaro.
Se dovessi tornare: l’arroganza del potere
Il sipario si apre su uno scantinato pieno di scatole e oggetti abbandonati. Bianca, Alina e Armando, invece di svegliarsi nel proprio letto, si ritrovano sul pavimento di questo ambiente sporco e inospitale, che rispecchia il senso di straniamento dei tre personaggi in preda all’angoscia.
Non si conoscono e, dapprincipio, non riescono a interagire. La paura è tanta: nessuno di loro ricorda come sia arrivato in quel luogo così cupo e respingente, da cui non riescono ad uscire. Tuttavia, pian piano, anche grazie a degli indizi inequivocabili, riescono a risalire al momento in cui sono stati sequestrati e addormentati. Ma niente è come sembra e la sorpresa, dal primo all’ultimo minuto dello spettacolo, è sempre dietro l’angolo.
I dialoghi tra le due giovani donne e il tassista inducono alla riflessione: ci mostrano un mondo crudele ed egoista, solidale solo di facciata, che si riempie la bocca di discorsi volti al falso assistenzialismo.
Il potere, poi, è così arrogante che non mostra vergogna neanche di fronte ad accuse circostanziate, e non pratica il silenzio, ma rilancia con giustificazioni ridicole come quella di bonifici accreditati sui conti di un politico a sua insaputa. E la memoria va a ricercare fatti di cronaca realmente accaduti, perché l’esperienza ci insegna che la realtà, a volte, supera la fantasia, insieme al senso del ridicolo.
‘Se dovessi tornare’ è una rappresentazione da vedere, perché ci offre l’occasione di cogliere i paradossi della società attuale attraverso una scrittura raffinata, attraente e potente, perché “le parole – riflette Bianca – sono energia e possono ferire come un coltello”.
Foto: Sabrina Ciferri
Teatro Anfitrione
dal 2 al 4 maggio
Se dovessi tornare
di Ester Palma e Giovanna Biraghi
Regia Andrea De Rosa
con Maria Sofia Palmieri, Morena Mancinelli e Tommaso Arnaldi
Costumi e scene Petronilla Corsaro e Sabina Domanico
Tecnico audio e luci Francesco D’Agostino