‘Quando verrà la fin di vita’ andato in scena al teatro di Documenti di Roma per i primi due fine settimana di marzo – 7, 8, 9 e 12, 13, 14, 15 e 16 – ci racconta il percorso dell’anzianità di una coppia molto legata che non ha potuto avere figli/e. Come in un viaggio dantesco, l’uomo e la donna sono guidati da due coscienze, quasi due angeli custodi che sopperiscono alle loro solitudini una volta morti
Che emozioni prova una coppia di anziani senza figli se tenta di ragionare sul futuro? Uno dei due potrebbe rimanere solo, chi potrà prendersi cura di lui/lei? Paure e incertezze affiorano mentre la tenerezza dei ricordi di una vita si specchia negli occhi l’uno dell’altra.

Uno spettacolo soffice quello scritto e diretto da Stefania Porrino, ‘Quando verrà la fin di vita (e questa storia è già finita?)’, in scena al teatro di Documenti di Roma fino a domenica 16 marzo.
Una profonda ma delicata riflessione sul diventare vecchi e tutte le emozioni che questo procedere si porta dietro, sul significato dell’invecchiare assieme al partner di una vita e con l’amarezza di non aver avuto modo di mettere al mondo dei figli/e.
E se ci fosse qualcuno, una sorta di angelo custode, di spirito guida che in qualche modo ci avesse preso per mano, fin dall’inizio e ci avesse accompagnati nella nostra esistenza terrena e che, una volta attraversato il noto tunnel di luce abbagliante fosse lì, ad accoglierci, ad abbracciarci, a farci sentire più vivi di prima e senza farci sentire mai più soli?
Quando verrà la fin di vita: il tema intimo della senilità
La regia di ‘Quando verrà la fin di vita (e questa storia è già finita?)’, firmata dalla stessa Porrino, è semplice ma funzionale alla narrazione che vuole lo spazio scenico diviso in due: uno disegna l’interno di una casa, l’altro rappresenta l’invisibile mondo dove operano le due coscienze.
I soggetti si muovono all’interno di una scenografia essenziale che si adatta al luogo che, di per sé, è già straordinariamente plateale. La Porrino si avvale anche degli elementi meccanici che si trovano all’interno del teatro come la grande ribalta e lo specchio movibile, rendendo l’insieme più suggestivo.
Questo e molto altro è la rappresentazione che vede sul palco Giulio Farnese e Nunzia Greco a interpretare Virgilio e Beatrice, la coppia di anziani, Rosario Tronnolone ed Evelina Nazzari nei panni di Vir e Bea, gli spiriti guida o autori come li chiama la Porrino.
Infine c’è Carla Kaamini Carretti, personaggio chiave dello spettacolo, artefice del destino dei nostri protagonisti anche lei guidata da un misterioso terzo autore. Un cast affiatato e preparato, che viaggia insieme sullo stesso registro, che si ascolta e che procede con ritmo è inoltre la forza della pièce.
‘Quando verrà la fin di vita (e questa storia è già finita?)’ attraversa più linguaggi: dal realistico al filosofico, dal metateatrale al noir, che affronta un tema estremamente intimo, complesso e profondo, quello della terza età, in un modo e un’atmosfera tutt’altro che pesanti e impegnativi. Dunque, c’è spazio anche per qualche sorriso e per qualche lacrima.
Una penna che ama scrivere quella di Stefania Porrino, la quale la sa usare con grande maestria e ci dona un’opera a cui si assiste con grande piacere.
Luisella Polidori
Foto: Monica Irma Ricci
Teatro di Documenti
Quando verrà la fin di vita
7, 8, 9 e 12, 13, 14, 15, 16 marzo
Scritto e diretto da Stefania Porrino
con Giulio Farnese, Nunzia Greco, Evelina Nazzari, Rosario Tronnolone e Carla Kaamini Carretti
Realizzato in collaborazione con il “Centro Studi Vera Pertossi”
Quadri in scena ad opera della pittrice Màlgari Onnis
Musiche Johann Sebastian Bach e Giuseppe Verdi trascritte da Tancredi Rossi Porrino
Teatro di Documenti e Compagnia del Mutamento