Il 13 e il 14 maggio scorsi, il teatro Basilica di Roma ha avuto in cartellone ‘Quando i pesci ricorderanno allora noi’, un singolare spettacolo, scritto da Victoria Blondeau e diretto da Simona De Sarno, che con una resa scenica parecchio controversa racconta la vita in un piccolo acquario
In un piccolissimo acquario, due pesci rossi nuotano incessantemente, dimenticandosi l’uno dell’altro non appena scompaiono dai rispettivi campi visivi. L’ingresso di un terzo pesce sconvolgerà ancora di più quell’insolito equilibrio, trasformando quelle piccole creature acquatiche in risoluti e violenti esseri viventi.

Con ‘Quando i pesci ricorderanno allora noi’, l’autrice Victoria Blondeau racconta una storia surreale che si concentra sui concetti di indifferenza e memoria, prendendo come esempio i pesci rossi, piccoli animali smemorati per antonomasia.
Quando i pesci ricorderanno allora noi: uno spettacolo complicato
Lo spettacolo ha un’identità unica e grottesca che lo colloca nei margini del teatro sperimentale, sebbene la drammaturgia rientri di diritto in un’opera di prosa classica e la regia, curata da Simona De Sarno, non presenti alcun elemento innovativo o di ricerca.
Tuttavia, nella sua globalità, questa rappresentazione presenta una serie di caratteristiche che nel corso del suo svolgimento la rendono, almeno per buona parte del pubblico, parecchio fastidiosa.
Il difetto principale della messinscena è una cifra costantemente gridata, rumorosa e caotica che rende il lavoro disturbante e in alcune scene persino insopportabile.
Anche i movimenti scenici eseguiti dagli attori sono spesso disordinati e chiassosi, e la continua invasione, anche piuttosto molesta, da parte degli interpreti stessi tra le poltrone della platea contribuisce a rendere questo spettacolo difficile da tollerare.
Enorme sforzo del cast
L’unione delle idee di autrice e regista ha in qualche modo compromesso un’intuizione che può essere considerata anche azzeccata e interessante, ma che poi viene portata sul palcoscenico con una costruzione apparentemente molto disordinata, sregolata e affidata a un cast che urla dall’inizio alla fine dell’azione.
Ciò nonostante, i tre ragazzi impegnati in scena, Alessandro Mannini, Caterina Fontana e Damiano Venuto, mostrano un certo talento, un’ottima concentrazione e una grande resistenza fisica ma, loro malgrado, hanno il gravoso compito di tenere in piedi un’opera che non rende loro il giusto merito.
Gabriele Amoroso
Foto: Grazia Menna
Teatro Basilica
13 e 14 maggio
Quando i pesci ricorderanno allora noi
di Victoria Blondeau
da un’idea di Victoria Blondeau e Valentina Brancale
Regia Simona De Sarno
con Alessandro Mannini, Caterina Fontana e Damiano Venuto