Il teatro Vittoria capitolino ospita da sempre rappresentazioni di spessore. Una di queste, ‘Otello – di precise parole’, è andata in scena dall’11 al 16 marzo. Lella Costa ha di nuovo calcato il palco dello storico luogo romano, riproponendo dopo 24 anni la rivisitazione della tragedia shakesperiana in chiave del tutto fresca, trasponendola all’attualità
Lella Costa è impetuosa. In ‘Otello – di precise parole’ è l’unica protagonista e si muove sul palco del Vittoria con sicurezza e con leggiadria.

L’attrice, guidata alla regia da Gabriele Vacis, sostiene il monologo con energia e con altrettanta dirompente forza riassume la nota trama di “Otello”, la tragedia shakesperiana, ricamandone un’analisi accurata attraverso le parole, quelle stesse che – se lette con attenzione, rimandano alla più stretta attualità.
Quasi a farci capire, che seppur scritta 400 anni fa, la drammaturgia mette in luce le stesse problematiche che delineano la nostra medesima esistenza: un femminicidio e il conseguente suicidio, il matrimonio misto e un lavoratore straniero preparato.
Con precisione, dunque, la Costa descrive una realtà trasposta all’oggi: nel monologo, infatti, inserisce delle battute pungenti e che la platea non può fare a meno di cogliere come un ammonimento ad avvenimenti e comportamenti perpetrati nel nostro paese.
Inoltre, l’interprete impersona i personaggi saggiamente, disegnandoli con gestualità e idiomi padroneggiati con zelo e acutezza – modula così i toni di Otello, Iago, Brabanzio, del Doge di Venezia, Desdemona, Emilia, Lodovico e Cassio, e si avvale dei pochi elementi di scena, tre tende trasparenti di un bianco candido.
Talmente leggere da poterle arrotolare, realizzarci nodi – quasi a farci capire che la narrazione si stava infittendo, e fatte svolazzare. Le tende che, utilizzate all’occorrenza, delineano ogni soggetto dell’opera con eleganza.
Otello: le Desdemone di ieri e di oggi
Emerge un’interpretazione vivace: si percepisce ogni azione che le figure compiono all’interno di quei luoghi in cui li inserisce l’autore come pure l’alternanza di ritmo della trama. Lella Costa sottolinea che lo si evince dal modo di pensare dei personaggi, da come si muovono – chi lentamente, chi invece con rapidità.
Iago va veloce, osserva per poi sferrare il colpo fatale. Pensa al futuro e, in modo abile, al suo tornaconto. È ambiguo, un perfetto manipolatore delle parole. Otello, al contrario, racconta e “il racconto parla sempre del passato“. Analizza, è preciso.
L’attrice anima poi la scena – nel corso della sua scomposizione dell'”Otello”, con due passi della drammaturgia accennati con il canto, che inquadrano in che modo il suono delle parole possa generare echi rap o pop.
Seguire la Costa è dunque un compito che non affatica la nostra attenzione. Lei ci guida nella lettura dell’opera rendendoci inoltre consapevoli di come la violenza insensata renda deboli e di quanto una bugia possa scardinare la solidità di una coppia.
Otello, così, ora è balbuziente e non si fida più di Desdemona, la quale ha sempre lottato per le sue idee e ha affrontato il mondo con determinazione. Lei si abbandona, rinuncia a difendersi dalle calunnie innestate da Iago. Le circostanze di conseguenza cambiano: Otello così uccide la moglie e si toglie la vita a sua volta.
La Costa ci invita a riflettere sulle condizioni di vita delle Desdemone moderne. A quante rimangono in silenzio di fronte le malvagità degli uomini che hanno al loro fianco. Spiccano anche il senso della negazione e del non difendere il sentimento costruito nel tempo come anche il non lottare per la persona amata. Ci si abbandona solo all’inganno che altri hanno instillato in noi.
‘Otello – di precise parole’ giunge a noi come un boomerang e dimostra di essere uno specchio contemporaneo. Offre immagini trasposte all’oggi grazie a una storia immortale che riguarda tutti/e noi.
Annalisa Civitelli
Foto: Serena Serrani
Teatro Vittoria
dall’11 al 16 marzo
Otello – di precise parole si vive
Drammaturgia Lella Costa e Gabriele Vacis
Regia Gabriele Vacis
con Lella Costa
Scenofonia Roberto Tarasco
Scene Lucio Diana
Produzione Teatro Carcano
Distribuzione Mismaonda