‘La figlia di Kioto Zhang’ è andato in scena al teatro Lo Spazio di Roma dal 29 aprile al 4 maggio. Lo spettacolo diretto da Massimo Odierna racconta la complessità dei rapporti umani, la fragilità dei sentimenti, scandagliando ogni sorta di relazione tra risate e lacrime
‘La figlia di Kioto Zhang’ è un’originale e moderna dark comedy scritta e diretta da Massimo Odierna, andata in scena a Lo Spazio capitolino dal 29 aprile al 4 maggio. Sul palco, sei attori: Irene Ciani, Francesco Petruzzelli, Enoch Marrella, Federica Quartana, Giovanni Serratore e Sofia Taglioni, i/le quali interpretano una storia di tensione in cui si indagano i rapporti umani.

Thomas (Giovanni Serratore) è un ragazzo difficile che passa il tempo ad ubriacarsi tra una partner e l’altra. Durante uno dei suoi molteplici appuntamenti amorosi incontra Libero (Enoch Marrella), timido amico d’infanzia ai tempi degli scout. Quest’ultimo chiede a Thomas di aiutarlo a ritrovare la dolce Noa, una ragazza di origine vietnamita di cui si è innamorato. Di lei, infatti, si sono perse le tracce.
Inizialmente, Thomas non ha alcuna intenzione di aiutare l’amico, ma poi pensa che questa possa essere l’occasione giusta per riavvicinarsi ad Amélie, la ex ragazza, impegnata nella difesa dei più deboli, pronta a salvare il pianeta con le sue idee di pace cosmica.
La figlia di Kioto Zhang: cercare per capire chi siamo
I tre protagonisti de ‘La figlia di Kioto Zhang’ saranno uniti in questa estrosa e rocambolesca ricerca. Dovranno così attraversare situazioni insolite ed esperienze di profonda conoscenza di sé e di ciò che li attraversa.
Massimo Odierna scrive un testo spiazzante e dal ritmo brillante, specialmente nei dialoghi, indagando in profondità le ombre che attanagliano l’anima. La solitudine disorienta e spaventa chiunque, anche quando si pensa di non esserne coinvolti.
La scelta di disporre la scena tra il pubblico fa diventare il contatto con lo spettatore più diretto e coinvolgente. Gli attori, di conseguenza, si muovono sul palco con una coralità che funziona, senza perdere l’unicità attoriale che li contraddistingue.
Le paure limitanti
Odierna ci mette di fronte alla realtà: è difficile relazionarsi con gli altri. Inevitabile, a volte, giungere allo scontro. Se gli altri, poi, sono lontanissimi dal nostro punto di vista per pensiero, modo di vivere, carattere, la tensione si espande.
Diventa, quindi, necessario provare a fare un passo indietro, cercare di capire ancora meglio ovvero sentire l’altro.
Ne siamo davvero capaci? Spesso sono le paure a limitare le scelte, ad ostacolare l’espressione dei sentimenti. Ogni incontro segna la nostra esistenza, è quel filo rosso che ci tiene uniti, anche solo per un istante.
In un tempo così alienante, in cui siamo tutti connessi, tuttavia terribilmente soli, abbiamo un estremo bisogno di amare e sentirci compresi.
Cercare la dolce Noa significa capire davvero chi siamo, perché la prima conoscenza, la più dura, è dentro ognuno di noi.
Michela Zanarella
Foto: Valentina Pavone
Teatro Lo Spazio
dal 29 aprile al 4 maggio
La figlia di Kioto Zhang
Scritto e diretto da Massimo Odierna
con Irene Ciani, Enoch Marrella, Francesco Petruzzelli, Federica Quartana, Giovanni Serratore e Sofia Taglioni
produzione Zerkalo