Il teatro Basilica di Roma dà il via alla propria stagione 2025/26 con ‘Pluto’, un’opera riuscitissima, firmata da Anton Giulio Calenda e Valeria Chimenti rielaborando l’omonimo lavoro di Aristofane, che attraverso una trama surreale e comica immagina un mondo ideale dove la povertà non esiste
Seguendo le indicazioni di un oracolo, il greco Cremilo incontra per la strada un uomo cieco e decide di restituire a quest’ultimo la vista. Cremilo non sa che quella persona è Pluto, il dio della ricchezza, il quale una volta tornato a vedere il mondo che lo circonda e libero così dal distribuire i beni materiali in modo casuale, senza poter osservare a chi quegli stessi beni finiscano, ribalta la situazione, creando però una circostanza altrettanto controversa.

Il Gruppo della Creta, la compagnia stabile del teatro Basilica di Roma, continua a stupire per bravura e inventiva: ‘Pluto’, lo spettacolo che apre la stagione 2025/26 del teatro romano, è un riadattamento dell’omonimo testo di Aristofane che il gruppo mette in scena nell’ambito del progetto “Aristofane nostro contemporaneo”.
Pluto: comicità straordinaria
Anton Giulio Calenda e Valeria Chimenti, gli autori del lavoro, realizzano un’opera elaborata, ricca e coinvolgente nella quale non viene compiuto nessun passo falso, a partire dalla decisione di mantenere intatta la straordinaria cifra comica di Aristofane.
Questo è infatti uno spettacolo in cui si ride, e molto, sebbene la sostanza del copione indaghi un’eventualità assurda quanto affascinante come l’ipotesi di un mondo nel quale tutti sono ricchi.
A partire da questa singolare idea di Aristofane, anche questo ‘Pluto’, scena dopo scena, analizza numerose condizioni che potrebbero svilupparsi in un luogo dove non esiste povertà, mostrandone gli aspetti più negativi e impossibili che farebbero di quel contesto ideale qualcosa che in realtà è tragico.
Il nuovo capolavoro del Gruppo della Creta
Tutto questo è portato sul palco magnificamente dal Gruppo della Creta che, come al solito, realizza un altro nuovo capolavoro, nel quale il talento di ogni partecipante emerge evidente e quasi prepotente sotto la guida del sempre bravo regista Alessandro Di Murro.
Da parecchi anni ormai, l’ottimo collettivo di attori, registi e autori ha abituato il proprio pubblico a un tipo di rappresentazioni sorprendenti e costruite benissimo in ogni loro reparto, partendo da testi che, contemporanei o antichi, hanno sempre uno strettissimo legame con il presente.
Nuovo ossigeno al teatro
In questo caso, dunque, l’azione viene proposta con un linguaggio immediato e diretto e una struttura scenica piena di energia, movimento e brillantezza che, unita a tempi comici perfetti, lascia trasparire tutto l’affiatamento e la qualità degli interpreti.
Questa versione di ‘Pluto’ è una messinscena matura, decisa, consapevole e precisa anche nei momenti più caotici e che, come tutte le produzioni del Gruppo della Creta, continua a infondere un nuovo ossigeno al teatro e a educare gli spettatori a un codice che comunica tutto il proprio significato tramite un armonico insieme di divertimento e serietà.
Gabriele Amoroso
Teatro Basilica
dal 30 settembre al 3 ottobre
Pluto o il dono della fine del mondo
di Anton Giulio Calenda e Valeria Chimenti
Tratto da “Pluto“ di Aristofane
Regia Alessandro Di Murro
con Matteo Baronchelli, Alessandro Di Murro, Alessio Esposito, Amedeo Monda e Laura Pannia
Assistente alla regia Rebecca Righetti
Costumi Giulia Barcaroli
Disegno luci Matteo Ziglio
Musiche originali Amedeo Monda
Direzione organizzativa Bruna Sdao
Coproduzione Gruppo della Creta e Cadellino Srl con il sostegno del Ministero della Cultura
Partecipazione straordinaria degli allievi attori del Progetto Speciale “Aristofane nostro contemporaneo”
