Curiosando per le splendide calle veneziane, anche quest’anno siamo andati a osservare quello che offre l’imperdibile appuntamento della Mostra Internazionale di Architettura di Venezia, giunta ormai alla diciannovesima edizione, dal titolo molto accattivante: ‘Intelligens. Naturale. Artificiale. Collettiva’. Ancora fino al prossimo 23 novembre
“Sappiamo che il vero compito dell’architetto è quello di interpretare la vita, perchè per la vita sono fatte le case, per viverci e viverci serenamente”.
Cit. Frank Lloyd Wright, architetto statunitense, pioniere dell’Architettura Organica e del Movimento Moderno
Inaugurata il 10 maggio, fino al 23 novembre prossimo, nei Padiglioni ai Giardini, all’Arsenale e nel centro storico della città, sarà possibile visitare la 19° mostra Internazionale di Architettura dal titolo ‘Intelligens. Naturale. Artificiale. Collettiva’, organizzata dalla Biennale di Venezia.

La manifestazione quest’anno si avvale di circa sessantasei partecipazioni nazionali, a cui si aggiungono, come novità assoluta, quattro nuove presenze, ovvero la Repubblica dell’Azerbaijan, il Sultanato dell’Oman, il Qatar e il Togo.
Il curatore d’eccezione è Carlo Ratti, architetto, urbanista ed eccelso teorico italiano, fautore da sempre di una progettazione che percepisca il reale, e che studi, come condizione sine qua non, l’inevitabile interazione tra gli esseri umani e l’ambiente edificato.
“L’adattamento richiede un cambiamento fondamentale nella pratica costruttiva. Il titolo, un neologismo la cui parte finale, ‘gens’, significa ‘popolo’ in latino, è un invito a sperimentare l’intelligenza al di là dell’attuale attenzione limitata all’AI”.
cit. Carlo Ratti, curatore della Mostra
Intelligens. Naturale. Artificiale. Collettiva: interdisciplinarietà
Ricca di iniziative interdisciplinari, per la prima volta la Mostra presenta oltre trecento contributi di più di settecentocinquanta partecipanti, tra cui non solo addetti ai lavori e ingegneri, ma anche matematici, scienziati del clima, filosofi, cuochi, scrittori, agricoltori, stilisti, e molti altri.
Il programma inoltre è stato arricchito dal progetto Biennale Sessions per le Università, dedicato alle Accademie e agli Istituti di Formazione Superiore, che ha come scopo un’agevolazione particolare per visite di tre giorni a favore di gruppi di almeno cinquanta tra studenti e docenti, offrendo seminari in loco totalmente gratuiti.
Lo scenario: dove stiamo andando
Di fronte all’aumento incontrollato delle temperature globali, a scapito delle popolazioni, che di contro, diminuiscono, ciò che gli artisti dell’habitat oggi si trovano ad affrontare è lo scontro perenne tra storici mostri titanici: da una parte il devastante mutamento climatico, che coinvolge ormai anche Paesi non sospetti, e dall’altra lo sviluppo tecnologico inarrestabile, che avanza frenetico, ignorando i reali tempi di adattamento dell’essere umano.

19° Mostra Internazionale di Architettura di Venezia – Giardini, Padiglione Stati Uniti
Lo scenario è drastico: mentre gli insediamenti artificiali crescono a dismisura, i territori naturali muoiono lentamente sotto lo sfruttamento dirigenziale di multinazionali e cooperative senza etica professionale.
Ogni singolo individuo, protagonista inconsapevole di questa drammatica escalation, fatica sempre più ad approcciarsi al cambiamento, non solo tecnico e sistematico del quotidiano, ma soprattutto individuale ed esistenziale dell’animo.
Ecco allora il nuovo e rivoluzionario compito dell’architettura contemporanea: ricercare e sperimentare, per rimodulare e pianificare. Una forma costruttiva viscerale, materica e umorale, che abbia lo scopo di sciogliere le catene che tengono imprigionata la comunità tutta.
‘Intelligens. Naturale. Artificiale. Collettiva’ richiama a una nuova realtà urbanistica organica e compatta dunque, cioè libera e democratica.
Intelligens. Naturale. Artificiale. Collettiva: un “corpus vivens” che progetta
Caratterizzati da uno stile più semplice e per lo più materico, le singole installazioni vertono a contrastare il mutamento inarrestabile del clima, a favore di un ipotetico e rinnovato futuro costruttivo.

Nel nome della sperimentazione e della tecnologia ecosostenibile, le nuove edificazioni sono immaginate e create nella terra stessa: sono vivaci, concrete e tangibili, addirittura ricche di odori e profumazioni (tante sono le sostanze presenti, come sabbia, terriccio, argilla, carbone, terracotta e sale).
Questo micro-contest del costruire si tinge anche di prodotti tecno-visual, di robotica, digitalizzazione: è una realtà studiata per coinvolgere al meglio la nuova AI che avanza, prendendone esclusivamente gli aspetti creativi di fondo.
Questo nostro mondo fa paura: è ignoto, è perverso, è oscuro, è nocivo. Allora, perché un semplice habitat potrebbe-dovrebbe salvarci?
Come affermavano i pionieri sacri delle vecchie correnti artistiche organiche – quali Frank Lloyd Wright e lo stesso Alvar Aalto – le nuove forme architettoniche possono affrontare la doppia sfida della resistenza ambientale e della sostenibilità cosmica: la parola d’ordine è l’adattamento strutturale, per un domani di inclusione, coinvolgimento e completa simbiosi uomo-natura.
Il racconto del patrimonio abitativo
Tra i tanti Padiglioni ai Giardini, su cui tralasceremo di soffermarci, sicuramente molto suggestivo è quello australiano, che mette in mostra, come trofei, opere scultoree di materia viva, plurietnica e ancestrale, quasi primitiva, e allo stesso tempo spaziale e artificiale.

Nel complesso, tutte le installazioni raccontano il patrimonio abitativo dei rispettivi Paesi, evidenziando i punti più critici del dibattito contemporaneo natura antica-tecnologia moderna.
Forse l’attuale diciannovesima edizione della Mostra di Architettura di Venezia ‘Intelligens. Naturale. Artificiale. Collettiva’ non è un’esposizione particolarmente coinvolgente a livello emotivo: a tratti appare come un sentiero non del tutto fluido e scorrevole, per lo più distopico e alienante. Tuttavia, è sicuramente una Biennale indispensabile e necessaria.
Il mondo in cui viviamo è una specie di orto-costruttivo, un giardino da coltivare, curare, allestire e respirare: attraverso le idee proposte, tralasciando le parti più elaborate – svariate sono le installazione digitali e audiovisive presenti – gli artisti ci regalano un rinnovato ecosistema abitativo, da ascoltare e toccare, ma soprattutto in cui credere e sperare.
Un’architettura che non fagocita, ma semplifica e riparte da zero.
Ancora fino al 23 novembre 2025. Da non perdere.
Vania Lai
Foto: Vania Lai
Biennale di Architettura 2025
Intelligens. Naturale. Artificiale. Collettiva
a cura di Carlo Ratti
dal 10 maggio al 23 novembre
Giardini | Arsenale
Orario autunnale:
10 – 18 | dal 30 settembre al 23 novembre
ultimo ingresso 17:45
La mostra è chiusa il lunedì
Biglietti a ingresso unico
Validi per un solo ingresso in ciascuna sede espositiva, Arsenale e Giardini
Si segnala che il percorso espositivo ai Giardini esclude quest’anno il Padiglione Centrale, in restauro
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