‘La reginetta di Leenane’, in scena al teatro Franco Parenti di Milano dall’8 ottobre al 2 novembre, è un’opera che parla del rapporto madre-figlia e di migrazione. L’autore del testo è l’irlandese Martin McDonagh, pluripremiato drammaturgo, sceneggiatore e regista teatrale e cinematografico. Raphael Tobia dirige due “reginette” che portano due nomi importanti nel panorama italiano: Ambra Angiolini e Ivana Monti. Sul palco con loro, nei panni di due avvenenti e genuini cavalieri, Stefano Annoni e Edoardo Rivoira
In un’Irlanda rurale vivono una quarantenne, Maureen, di cui Ambra Angiolini veste i panni, che accudisce la dispotica madre anziana Meg, interpretata da Ivana Monti. Le due, pur volendosi bene, sono l’una l’aguzzina dell’altra, tra loro c’è un rapporto di amore e odio che viene rimarcato da una recitazione solida ed energica.

Maureen riceve un invito a una festa di addio di un vecchio amico pronto a partire per l’America. La donna però viene intralciata da sua madre che non le fa pervenire il messaggio.
Maureen, tuttavia, incontra il ragazzo messaggero dell’invito, scoprendo così che la madre le ha mentito. La donna decide di recarsi alla serata in onore del suo amico e qui si innamora di un uomo con il quale poi tiene una relazione epistolare ostacolata da Meg. Quando i due decideranno di partire per l’America, Maureen farà una scelta drammatica e inaspettata.
La tragica situazione in cui si trovano Maureen e Meg però ha in sé anche qualche cosa di ameno. Infatti, molti dei colpi bassi che si tirano reciprocamente le due donne sono curiosi, lasciando spazio a una storia né pesante né triste, ma di raffinato umorismo che parla del dolore con il sorriso.
La reginetta di Leenane: il sogno di una nuova vita
Martin McDonagh scrive una drammaturgia cruda, contemporanea, che si dipana in due piani narrativi: la relazione tossica tra madre e figlia e le vicende che i protagonisti vivono, che si avvicinano alle circostanze in cui i migranti di tutto il mondo si trovano. Un sottotesto che ci porta all’oggi, sempre più silente.
La regia di Raphael Tobia Vogel è oltremodo eccelsa: il cast si muove sul palco all’interno di una scenografia che trasmette la povertà in cui le due donne vivono. Il ritmo della pièce non annoia mai, mentre i dialoghi serrati, violenti a tratti, non lasciano spazio all’immaginazione: il racconto oltre che parlato si fa fisico, potente.
Immobilità e dinamismo si alternano con equilibrio. La prima viene rappresentata da Ivana Monti sempre seduta sulla sedia a dondolo, il secondo è la risultanza delle perfette movenze che Ambra Angiolini, Stefano Annoni ed Edoardo Rivoira evocano.
I quattro interpreti raccontano con vigore un’Irlanda povera e rurale, dall’aspetto bucolico, dove le opportunità per i suoi abitanti, che sentono la necessità di spostarsi, sono poche.
La soluzione per i giovani, dunque, è migrare all’estero, a Londra, per svolgere lavori umili, essendo anche derisi dai locali. L’America invece è un miraggio, il sogno di una nuova vita. Alcuni, come Maureen, difendono l’Irlanda, altri, come Meg, disprezzano la terra natia in favore del Regno Unito.
Un finale amaro
Le scene di Angelo Linzalata sono molto suggestive: è possibile assistere a momenti in cui viene utilizzata l’acqua gettata dentro un lavello, che rende l’insieme coinvolgente.
Anche i costumi curati da Simona Dondoni sono aderenti al periodo contestualizzato, si adattano alla perfezione al corpo della protagonista, Ambra Angiolini, che alterna capi d’abbigliamento da contadinotta a tubini neri e calze luccicanti.
Lo spettacolo, oltre a metterci di fronte alla realtà che tutti noi viviamo attraverso le cronache, illustra la relazione psicologicamente labile tra madre e figlia, fatta di ricatti morali, di controllo, di rabbia.
Dinamiche che si rispecchiano nell’attualità, delineando un confine tra potere e dipendenza affettiva, tra uso e abuso, non solo in un possibile legame madre-figlia.
‘La reginetta di Leenane’, dal finale amaro, lascia un senso di sospeso dentro ognuno di noi. Sogni irrisolti, dunque, sentirsi privati della propria libertà e dell’auspicio di desiderare un’esistenza migliore. Una storia di abnegazioni e di bugie che fa eco a una contemporaneità in cui molte persone soggiogate faticano a reagire.
Valeria Vite
Foto: Tommaso Le Pera
Teatro Franco Parenti – Milano
La reginetta di Leenane
dall’8 ottobre al 2 novembre
di Martin McDonagh
Traduzione italiana Marta Gilmore
Regia Raphael Tobia Vogel
con Ambra Angiolini, Ivana Monti, Stefano Annoni ed Edoardo Rivoira
Costumi Simona Dondoni
Luci Oscar Frosio
Musiche Andrea Cotroneo
Scene Angelo Linzalata
Produzione Teatro Franco Parenti
In accordo con Arcadia & Ricono Ltd per gentile concessione di Knight Hall Agency Ltd
Rassegna La Grande Età, insieme
