‘Anamnesi famigliare’ di Jonathan Rizzo pubblicato da Puntoacapo Editrice raccoglie testi in prosa, poesie e contributi critici sulla famiglia. Un viaggio consapevole e necessario dell’autore nelle origini per spingersi tra i limiti e le ombre dell’esistenza
‘Anamnesi famigliare’ di Jonathan Rizzo è un progetto editoriale particolarmente interessante, perché si concentra sulle origini dell’autore.

“Ogni scrittore è un uomo, ogni uomo ha una storia con un’origine e dei perché”: così si esprime Rizzo parlando del suo libro pubblicato con Puntoacapo Editrice.
Il volume si apre con la definizione della parola anamnesi, termine che sta ad indicare il ricordo; nella filosofia platonica la reminiscenza delle idee, cioè l’atto supremo del conoscere. In medicina, invece, è la raccolta particolareggiata delle notizie che riguardano il paziente.
Il testo è composto da brevi racconti, poesie e si avvale dei contributi critici di Francesca Del Moro, Giorgio Linguaglossa, Gianpaolo Mastropasqua, Vittorino Curci e Gabriella Musetti.
Ci troviamo dunque di fronte a una sorta di saggio poetico-narrativo con l’analisi degli elementi che vanno a strutturare l’io.
La famiglia: dolore e nostalgia
L’autore si affida ad amici scrittori che stima e a cui è legato per un confronto sulle figure che vanno a comporre la famiglia: la madre, il padre, i fratelli, i nonni.
Le tracce genetiche e identitarie diventano così fonte di dialogo e confessione di traumi, ma anche di nostalgici momenti.
La verità si libera in versi spiazzanti, potenza lirica e prosastica che scuotono in profondità. La scrittura di Rizzo mantiene una coerenza, c’è l’ironia pungente di chi non sa fingere e non ammette maschere.
Non è un cambio di rotta, la sua è una schiettezza costante che negli anni lo ha reso penna pungolante, pronta anche a sferzare colpi.
Anamnesi famigliare: i riferimenti: madre e padre
Francesca Del Moro da madre scrive sulla figura della madre sottolineando i punti di contatto con l’autore: “Quanti punti in comune tra le nostre due storie. Le storie delle nostre speculari orfanità. Tu orfano di madre, che da adulto ti chiami sempre orfano. Io orfana di figlio, che per la mia perdita non ho neppure un nome”.
Ognuno dunque ha una storia, una famiglia, l’unicità è alla radice. Cinque poesie sono dedicate alla madre, una poesia invece al padre.
Ma non è la quantità a misurare gli affetti, i lemmi dimostrano che anche in una sola poesia c’è la possibilità di raccontare una vita: “…e passavamo la notte,/ quella che a me bambino pareva essere la notte,/ insieme ad ascoltare vecchi dischi./ Vecchi per un bambino./Questo è il ricordo più prezioso/ che ho di mio padre, la musica”.
La musica diventa il fil rouge, quel fragile e nostalgico punto di contatto con la figura paterna, per uno stato di amore/odio che solo il poeta conosce, il lettore può solo ascoltare e tacere.
Tra le pagine di ‘Anamnesi famigliare’ scorrono legami che tracciano ricordi, fraintendimenti e certezze, in un fluire di esistenze raccontate e filtrate dallo sguardo consapevole di un autore diventato uomo adulto in grado di riconoscere il valore delle parole, ma anche l’inevitabile fatuo che ne consegue: “Ma non avrò nessuno a cui lasciare questo mio retaggio”.
Michela Zanarella
Biografia
Jonathan Rizzo, radici elbane, ha compiuto studi storici a Firenze e ha una formazione poetica parigina. Dello stesso autore: Un caso PoP per l’ispettore Iannacci, pubblicato sempre da puntoacapo nel 2022 con l’eteronimo Jim Ritz.
Anamnesi famigliare
Jonathan Rizzo
Edizioni Puntoacapo
Collana Il Cantiere
Genere Letteratura e saggistica
Anno 2024
Pagine 54