Micheal Cimino, regista, sceneggiatore, produttore cinematografico e scrittore statunitense, ha conosciuto il mondo hollywoodiano a tutto tondo, dando vita a capolavori assoluti che hanno ricevuto il plauso di pubblico e critica, mentre altri più coraggiosi e personali fecero fatica ad imporsi. Dopo tanti anni di ingiusto oblio, Giampiero Frasca rende un ottimo omaggio al cineasta con una monografia appassionata edita da Gremese: ‘Il cinema di Michael Cimino’. L’opera, che trasuda competenza e totale predilezione per il regista, è inoltre impreziosita da immagini che inquadrano il cineasta all’opera – e non solo – e da un’intervista che lo scrittore fece a Cimino nel 2003
“Cimino fallì per un infelice connubio di disparità: troppo diverso affinché lo si potesse comprendere, abbastanza arrogante per far sì che qualcuno si schierasse al suo fianco, ossessivo al punto da sfiancare qualunque resistenza.”
La redazione di monografie, come ‘Il cinema di Michael Cimino’, costituisce sempre un compito intrinsecamente eterogeneo, soggetto al rischio di scivolare nella pura esposizione di nozioni o nell’insipido racconto biografico di personaggi illustri che hanno arricchito e tuttora arricchiscono il mondo dello spettacolo, della musica, del cinema e via dicendo.
Affrontare questa impresa richiede un impegno considerevole, poiché bisogna sottrarsi al pericolo di una trattazione superficiale, focalizzandosi piuttosto sugli aspetti più rilevanti, interessanti e oscuri della figura artistica in esame.
“Cimino è figlio di un tempo lontano e probabilmente anche di un altro luogo, in cui la visione del cinema poteva convivere in assonanza con il visionario, in un’accezione geniale del termine, non problematica. Ma così non è stato e il non essersene reso conto è innegabilmente una colpa.”
L’umanità multiforme del cinema di Cimino
In questo caso, l’opera di Giampiero Frasca pubblicata da Gremese, emerge come un esempio di straordinaria competenza e impegno.
Frasca non si è limitato a esaminare la filmografia di Cimino, bensì ha saputo esplorare l’umanità multiforme e contraddittoria del regista, evidenziando sia il suo genio creativo sia il suo anticonformismo, trasformandolo in un autentico what if – e se nella storia di Hollywood.
Cimino dunque si configura come un regista iconoclasta, saldo nelle sue convinzioni circa il mestiere del cineasta: raccontare storie secondo la propria visione, anche a costo di non piacere a tutti.
“La figura di Cimino rimarrà periferica rispetto ai nomi che caratterizzeranno l’eterogeneo movimento: in una prospettiva esclusivamente storica, Scorsese, Spielberg, De Palma, Coppola, Rafelson appariranno come gli innovatori, mentre Cimino come l’inguaribile sognatore che cerca di riproporre la classicità del cinema spettacolare hollywoodiano nel nuovo clima culturale e rappresentativo.”
Una carriera travagliata
In questo straordinario percorso professionale, costellato da opere indimenticabili come “Il cacciatore” e “L’anno del dragone”, e da altre pellicole che si sono purtroppo disperse nelle sabbie del tempo e dell’oblio, come “I cancelli del cielo”, Frasca approfondisce la figura di Cimino a trecentosessanta gradi, esplorandone forze e debolezze.
Ciò che rende il saggio ancora più avvincente è la gestazione prolungata e tormentata dello stesso, in sintonia con la vita e la tumultuosa, coraggiosa, difficile e travagliata carriera di Cimino.
Iniziato nel 2003, il progetto del testo nasce quando Frasca intervista – inserita all’interno del volume – il regista nello stesso anno. Diventato realtà solo nel 2020, il libro giunge di recente nelle librerie.
Un regista unico nel suo genere
L’autore, con abilità e slancio, restituisce giustizia alla memoria del grande regista ingiustamente dimenticato e trascurato da Hollywood e dagli addetti ai lavori.
La monografia, abbellita da fotografie che illustrano Cimino all’opera, pertanto non si limita a celebrare il cineasta americano, ma si spinge oltre, spiegando in modo convincente perché Cimino si distingueva come regista unico nel suo genere.
In conclusione, ne ‘Il cinema di Michael Cimino’ emerge una sana ed ammirevole passione per il soggetto unico e diseguale contraddistintosi nel panorama cinematografico mondiale, che merita di essere ricordato e celebrato.
Andrea Di Sciullo
Biografia
Giampiero Frasca, critico cinematografico, saggista e blogger, si occupa di didattica cinematografica. Ha insegnato Storia e critica del cinema (dal 2005 al 2011) e ha collaborato con l’Aiace (Associazione Italiana Amici del Cinema d’Essai) e con il Premio Chiara di Varese.
Ha prestato le sue conoscenze in veste di consulente cinematografico ad alcune trasmissioni televisive, mentre nel 2006 ha selezionato immagini e sequenze per il nuovo allestimento del Museo Nazionale del Cinema di Torino.
Cura la tradizionale rassegna estiva “Cinema a Palazzo Reale”, tenuta nel cortile del Palazzo Reale di Torino, ed è inoltre compilatore delle voci cinematografiche dell’enciclopedia Nova edita da Utet.
Nelle sue pubblicazioni si è occupato principalmente di cinema americano con il testo “Storia e storie del cinema americano” (2013), di dinamiche di genere con “Manuale dei generi cinematografici” (2002), e via di seguito attraverso altri testi: “Road Movie” (2001), “C’era una volta il western” (2007), “Il cinema va a scuola” (2011) e meccanismi narrativi quali “La suspense” (2015).
Ha infine dedicato al regista Michael Cimino due monografie: “I cancelli del cielo” (2017) e “Il cinema di Michael Cimino” (2020) e un lungo saggio pubblicato sulla rivista australiana “Senses of Cinema”.
Collabora anche con le riviste Cineforum e Segnocinema: per la versione online di Cineforum ha curato la rubrica (dis)Sequenze, diventata in seguito nn blog (2019).
Esordisce scrivendo per Filmcritica, Playboy, Garage, I quaderni del CSCI e La Rivista del cinema, organo ufficiale del Museo Nazionale del Cinema.
Il cinema di Michael Cimino
Giampiero Frasca
Edizioni Gremese
Collana Cinealbum
Genere Saggistica
Anno
Pagine 160