Nel suo romanzo d’esordio, ‘Il vento è un impostore’, Sasha Vasilyuk consegna al lettore una narrazione intensa, intima e lacerante, che affonda le radici nei drammi individuali celati tra le pieghe della grande storia. Ambientato tra le devastazioni della Seconda guerra mondiale e i conflitti più recenti dell’Ucraina contemporanea, il libro è un viaggio nel tempo e nella coscienza, dove la verità, a lungo taciuta, bussa con forza alle porte della memoria
“Non c’erano un rabbino né un prete, poiché Efim era ebreo e, come la maggior parte dei sovietici, ateo. Tuttavia Andriy, che si era fatto crescere la barba come Gesù dopo aver ricevuto il battesimo, nonostante le obiezioni dei genitori, lesse una preghiera. Nina pensa va che Dio non avesse fatto molto per la sua famiglia o per chiunque altro nel paese, ma in ogni caso disse «amen» per compiacere il figlio.“
La vicenda si articola su due linee temporali: da un lato gli anni devastanti della guerra, dall’altro un presente inquieto che cerca risposte nel passato. Il protagonista, Efim Schulman, è un uomo che ha scelto di occultare la propria identità ebraica per sfuggire alla persecuzione nazista. Quella decisione, imposta dalla necessità di sopravvivere, si trasforma in una catena silenziosa che lo accompagnerà per tutta la vita.

Un segreto custodito gelosamente e una valigia bruciata sono i simboli di una verità soffocata, una menzogna che si insinua negli affetti familiari e nelle generazioni future. Il ritorno del non detto, come un vento persistente e subdolo, scompiglia le certezze, portando alla luce una realtà più complessa di quanto si potesse immaginare.
“Com’era diverso sparare un proiettile nella carne umana. Tutt’altra cosa che far fuoco con l’Uska contro un carro armato.”
Il vento è un impostore: una prosa limpida
La scrittura di Vasilyuk, densa di significato, si distingue per eleganza, equilibrio e autenticità. L’autrice utilizza un lessico accurato, raffinato ma mai pretenzioso.
La narrazione si muove con fluidità tra i piani temporali, alternando momenti di alta tensione emotiva a passaggi più riflessivi, nei quali il silenzio e l’assenza parlano più delle parole. Il ritmo è calibrato, incalzante nei punti cruciali e contemplativo nelle fasi più introspettive.
Ogni frase è cesellata con cura, ogni dialogo è carico di sottotesti, ogni descrizione contribuisce ad ampliare il mondo interiore dei personaggi. L’autrice evita la retorica, preferendo la verità nuda dei sentimenti e delle contraddizioni umane. Il risultato è un linguaggio coinvolgente, che non lascia spazio al superfluo e che riesce a commuovere senza mai scadere nel patetico.
“L’interno odorava del secolo passato, di gasolio, tre ni, tintura di iodio e inchiostro. Stava per richiuderla quando in uno scomparto notò il bordo di una sottile busta beige. Efim doveva essersi dimenticato di bru ciarla. La tirò fuori. Se fosse stata una delle soap opera che le piaceva tanto guardare, nella busta avrebbe trovato qualcosa di eccitante, come delle fotografie che lui ave va nascosto o magari la lettera d’amore di una donna. Invece, trovò una semplice fotocopia ingiallita, vergata nel corsivo impeccabile di Efim. Anche se lei non riu sciva a decifrare le singole parole, di certo non sembra va una lettera d’amore.“
Paralleli umanistici
Nel panorama letterario contemporaneo, ‘Il vento è un impostore’ si colloca accanto a opere che affrontano temi affini, pur con stili e prospettive differenti. Pensiamo, ad esempio, a “Suite francese” di Irène Némirovsky: anch’esso un romanzo ambientato nel secondo conflitto mondiale, in cui l’autrice, vittima lei stessa della persecuzione nazista, narra con toccante lucidità la fragilità dell’animo umano di fronte all’orrore.
La Némirovsky, infatti, si sofferma sull’impatto collettivo della guerra, mentre Vasilyuk focalizza la lente sulla sfera privata, quasi confessionale, delle identità negate.
Anche “Storia di un figlio” di Klaus Mann offre un interessante parallelo. In quell’opera, la tensione fra verità e maschera sociale è altrettanto centrale, così come lo è la ricerca di una coerenza interiore che resista alle pressioni di un’epoca spietata.
Entrambi gli autori danno voce a personaggi che vivono lacerazioni profonde tra ciò che sono e ciò che devono fingere di essere, rivelando quanto la finzione – seppur salvifica – lasci ferite che nemmeno il tempo riesce a sanare.
“Gli idioti del nostro cosiddetto governo non riescono a trovare una ragione valida per cui dei giovani debbano morire combattendo contro l’Ucraina, quindi gridano sciocchezze sui nazisti e cercano di collegare queste due guerre per suscitare patriottismo.“
Identità, memoria, colpa e redenzione
La grande forza del romanzo di Sasha Vasilyuk risiede proprio in questa capacità di raccontare l’indicibile. La storia, quella con la “S” maiuscola, è presente in ogni pagina, ma mai invadente. Si fa sentire nei dettagli quotidiani, nei silenzi che pesano più delle parole, nelle scelte obbligate che segnano per sempre chi le compie.
È una presenza discreta, che accompagna e dà profondità ai destini individuali, senza mai sovrastarli. Il romanzo, in definitiva, attraversa la storia del Novecento e ci parla anche del nostro presente.
In un tempo in cui le guerre, le identità negate e le verità manipolate continuano a segnare la vita di milioni di persone, questa storia risulta quanto mai attuale.
Leggere ‘Il vento è un impostore’ significa compiere un atto di ascolto e di consapevolezza, un invito a interrogarsi su ciò che lasciamo in eredità – volontariamente o meno – a chi verrà dopo di noi.
Un libro potente, capace di lasciare un’impronta duratura nel cuore di chi legge. Non solo per ciò che racconta, ma per come lo racconta.
Andrea Di Sciullo
Biografia
Sasha Vasilyuk, di origini ucraine ma ora residente con la famiglia a Los Angeles, negli Stati Uniti, è una giornalista e opinionista per le principali testate giornalistiche americane.
I suoi articoli sono stati pubblicati, tra gli altri, sul “New York Times”, su “Time” e sul “Telegraph”.
Ha conseguito due lauree e studiato italiano. Il suo primo romanzo, “Il vento è un impostore”, è ispirato alla storia del nonno, che è sopravvissuto alla Seconda guerra mondiale.
Il vento è un impostore
Sasha Vasilyuk
Editore Garzanti
Traduttore Roberta Scarabelli
Collana Narratori Moderni
Genere Narrativa
Anno 2024
Pagine 384