Quando la fusione di armonie funziona
Dai registri cinematografici l’ultima fatica del cantautore di origini pugliesi porta in scena una narrazione musicale che si differenzia dai suoi precedenti lavori. In “Nocturnae Larvae, Vol. 1 e Vol. 2” la voce metallica di Carmine Tundo riecheggia sul tappeto musicale dai toni elettronici, distorti e tecno. ‘Gran Riserva’ è decisamente agli antipodi e propone una ricerca di suoni in stile far west in cui immedesimarsi
Lo scorso 18 dicembre per l’etichetta “Luovo” è uscito ‘Gran Riserva’ di Diego Rivera, pseudonimo di Carmine Tundo de “La Municipàl”. Anticipata dai singoli “Santa Maria al Bagno” e “Malvasia Nera”, l’opera si compone di dodici brani dai timbri profondi e suadenti.

Già dal primo ascolto è facile percepire le sonorità che spiccano: le melodie della taranta si innestano a quelle latine e western che ricordano, queste ultime, i film di Sergio Leone – per intenderci.
L’insieme vibrazionale è dovuto al connubio che vede Isabella Tundo e Chiara Turco ai cori, accompagnate da Alberto Manco (percussioni), dallo stesso Tundo (basso, tastiere e voce) e da Roberto Mangialardo (chitarre).
La voce calda di Tundo riempie l’ambiente e dona armonia a tutto il disco attraverso una narrazione ben congeniata. La storia è infatti al centro del lavoro: qui un personaggio si muove da un luogo a un altro, per raccontarci un’attualità tragica e coinvolgente, quasi come vivere l’atmosfera dei saloon dei far west unita alla bellezza della Puglia.
‘Gran Riserva’ si apre con un pezzo strumentale, “Nadir”, per concludersi con “Aspettando Hydra”, anch’esso strumentale, e “Sarà come morir” che narra un dolore, un distacco grazie alle sonorità cupe e andanti.
Dai registri cinematografici, “Nei peggior bar della provincia” si respira la spiritualità – “tutte le bestemmie si trasformano in preghiere” / “nei peggiori bar della provincia la notte tardi diventiamo un presepe” – che si innesta allo spaccio di droga, alla violenza, ai racconti dei falliti che trascorrono nel bar tutte le sere, dove “l’amore arriva con le calze a rete” e luogo che diventa quasi sacro; uno scorcio di paese al ritmo cadenzato che rimanda al flamenco.
“Chiaro di Luna”, invece, è intrisa di vocalità e di una fluidità armonica delle corde. Il terzo brano strumentale rappresenta il passaggio verso “Malvasia nera”, il vino di Brindisi, in cui si declama una mancanza attraverso note sensuali: “ed io ti cerco in ogni bicchier, nel fondo di un altro calice / mi manchi come mi manca il vino, quando si rompe il bicchiere e non mi sei più vicino / perché mi manchi come mi manca il fiato, e quando te ne vai sai di un rosso scuro”.
Basta chiudere gli occhi e lasciarsi andare al ritmo avvolgente. Il testo del quarto brano è descrittivo al massimo e lascia spazio all’immaginazione grazie alla poetica e agli odori che invadono lo spazio contestualizzato.
La quinta canzone, “Santa Maria al bagno”, descrive il paesaggio della costa pugliese, un viaggio turistico in musica che paragona una donna alla cittadina sita alla punta estrema della regione meridionale e priva di turisti.
“Maracuja” è a metà percorso: dura un minuto esatto e la tranquillità viene interrotta dalla ritmica de “Il negozio di scarpe”, ricordandoci Carlos Santana. Qui Marina provava a inseguire i suoi sogni – “Marina quando ami davvero sei la stella più bella” – che in qualche modo sono arrivati, ma nel modo sbagliato.
“Calendule” e “A dismisura” guidano verso la fine del disco: la prima, buia e penetrante, sembra rimandare ai duelli dei cow boy, mentre la seconda vive di caldi pizzicati che descrivono un amore passionale – “ti penso a dismisura” – all’interno di un’ambientazione tipica da film western. Il fischiettio di sottofondo è emblematico.
‘Gran Riserva’ si presenta come un lavoro ben equilibrato in cui i brani strumentali non interferiscono affatto con i motivi proposti, anzi. Tundo, con la propria voce, riesce a donare all’opera un’armonia intima, donando una libertà di ascolto intensa e immaginifica.
Carmine Tundo è inoltre un artista che non si dedica solo alla musica: egli si sta dedicando al suo romanzo il cui protagonista si chiama appunto Diego Rivera. Il libro sarà una degna conclusione per completare la trilogia degli album, il progetto a cui il cantautore pugliese sta lavorando.
Annalisa Civitelli
Foto di copertina: Roberto Mangialardo
Diego Rivera
Gran Riserva
1. Nadir
2. Nei peggiori bar della provincia
3. Chiaro di Luna
4. Malvasia nera (feat “La Municipàl”)
5. Santa Maria al bagno (feat “La Municipàl”)
6. Maracuja
7. Il negozio di scarpe (feat “La Municipàl”)
8. Calendule
9. A dismisura
10. Aspettando Hydra (feat Carmine Tundo)
11. Sarà come morir
Alberto Manco batteria e percussioni
Roberto Mangialardo chitarre
Carmine Tundo basso, tastiere e voce
Cori Isabella Tundo (traccia 2/4/5/7 ) e Chiara Turco (traccia 9)
Scritto, prodotto e registrato da Carmine Tundo presso Discographia Clandestina (Sirgole – LE)
Missato e masterizzato da Guglielmo Dimidri presso Discographia Clandestina e Il cantiere – Cutrofiano (LE)
Etichetta Luovo
Distribuzione Artist First