La passione per il cosplay è ormai comunissima nell’ambiente nerd italiano. Diamo un’occhiata da vicino a cosa significa far parte di quello spazio
Lo spazio ospitato dal Romics, la fiera del fumetto di Roma, è diventato, nelle ormai trentuno edizioni della sua vita, un luogo che va ben oltre la semplice passione per fumetti, videogiochi e televisioni. È una convention che parla di quotidianità e di crescita, in cui artisti sia conosciuti sia minori possono mettere in mostra le proprie capacità e formare una comunità indipendente in cui raccontarsi, mettersi in mostra, o anche solo formare nuove amicizie.
![@imrielcosplay interpreta il villain Donquixote Doflamingo da One Piece, il fumetto più venduto del mondo](https://www.brainstormingculturale.it/wp-content/uploads/2023/10/IMG_8762-768x1024.jpeg)
@imrielcosplay
interpreta il villain Donquixote Doflamingo da “One Piece”, il fumetto più venduto del mondo
Lo spettatore nuovo alla manifestazione potrebbe rimanere sorpreso nel trovarsi davanti, nella massa del pubblico, una folla con addosso costumi, parrucche e accessori di scena disparati. In alcuni dei presenti potrebbe, per caso, riconoscere anche facce note. Personaggi del cinema e della televisione, supereroi, figure letterarie e di pop culture – sono il volto di una passione, quella del cosplay, che rappresenta ora una colonna portante del mondo nerd.
Cosplay: quello che c’è da sapere
Il cosplay – parola che combina costume e play, interpretare, recitare – è una forma di arte performativa in cui gli artisti assumono le sembianze dei loro personaggi preferiti. Inizia a manifestarsi negli anni trenta, ma viene definita per la prima volta come tale nel 1984. Oggi si manifesta come un hobby multiforme, portato a termine da modelli professionisti come da ammiratori casuali. Ci sono concorsi, lavori di gruppo, tutorial in rete, e carriere di modellismo piccole e grandi.
![Cosplay di vari personaggi del videogioco Twisted Wonderland](https://www.brainstormingculturale.it/wp-content/uploads/2023/10/IMG_8756-Grande-1-1024x768.jpeg)
Oltre alle opere più classiche, come “Star Wars” e “Il Signore degli Anelli”, anche storie più nuove si fanno notare nel mondo del cosplay. “Twisted Wonderland” è un videogioco per smartphone, sviluppato dalla filiale giapponese della Disney, con protagonisti i giovani studenti di una scuola di magia.
La tradizione del college prevede che i ragazzi – disegnati dalla mangaka Yana Toboso, autrice dell’apprezzato “Black Butler” – si ispirino nel vestire e nell’atteggiarsi ai famosi cattivi della tradizione animata Disney, come Malefica, Scar, Jafar e la Regina Grimilde. Tra di loro c’è Azul Ashengrotto, ispirato alla strega del mare Ursula: ne veste i panni Eleonora, in arte hoshiko.karasu, con un gruppo di amici, tra cui discordia.akwf e chaeyuls.
“I personaggi li scelgo, all’inizio, valutando l’aspetto fisico. Poi vedo quanto effettivamente noi siamo simili, i difetti, e un po’ anche il suo lato oscuro. Alla fine capisco che quello è il mio personaggio, e penso che ci starei bene”.
I gruppi di cosplay, che interpretano insieme i personaggi provenienti da una stessa opera, sono molto comuni e rappresentano uno spazio di socializzazione ampio e immediato.
“Sicuramente mi piace quel senso di unione che si crea tra i vari membri”, dice Eleonora. “Qui tramite social siamo riuscite a creare un piccolo gruppo nonostante venissimo da parti dell’Italia diverse”.
Valerie, in arte imrielcosplay, ha appena pubblicato il suo secondo romanzo, che già dal titolo fa emergere la sua passione per il mondo nerd. “Gamer Girl”, presentato da lei stessa alla convention, vede protagonista una giovane donna che entra a far parte di una squadra di professionisti di videogiochi. Un mondo meno chiuso di mente rispetto a un tempo, ma ove c’è ancora molto lavoro da fare.
“Mi piace che la cultura nerd sia diventata un fenomeno capace di unire le persone, perché qualche anno fa essere nerd era da sfigati, qualcosa che dovevi nascondere; invece oggi ha creato un ambiente che permette di conoscere ‘i tuoi simili’ anche fuori dalle fiere, e se lo fai hai un momento di riconoscimento reciproco in cui parli per ore anche con persone che non conosci bene.”
Conoscersi in tutta Italia
L’ambiente del cosplay, e del mondo nerd in generale, ha però i suoi lati oscuri: maschilismo, pregiudizi, chiusura mentale e gatekeeping. Valerie ne parla nel suo libro, arricchito da una componente biografica.
![La cosplayer @jasminlaudi interpreta Annie January/Starlight, supereroina della serie The Boys](https://www.brainstormingculturale.it/wp-content/uploads/2023/10/IMG_8751-Grande-768x1024.jpeg)
La cosplayer @jasminlaudi
interpreta Annie January/Starlight, supereroina della serie “The Boys”
“‘Gamer Girl’ parla di una ragazza transgender che entra in una team di esports e quindi ha a che fare con un mondo molto maschile, quello del gaming professionistico. Deve riuscire a emergere, scontrandosi con una serie di pregiudizi, ma sempre con uno sguardo positivo. Non mi piacerebbe una rappresentazione basata solo sul soffrire. Con i personaggi queer c’è una tendenza a rendere tutto drammatico e sofferente, che deve succedere scrivendo qualcosa di realistico. Ci sono anche aspetti molto belli e positivi, c’è supporto, e queste cose vengono rappresentate.”
Il Romics è una delle più grandi fiere del fumetto d’Italia, e il suo fascino come spazio nerd è ormai noto a tutti gli appassionati. Per molti infatti rappresenta un battesimo di fuoco dell’esperienza condivisa, e di cosa significa far parte delle fiere.
“Il Romics mi piace perché è la mia prima fiera”, dice Valerie. “Sono praticamente a casa, ci ho vissuto numerosi eventi ed è sempre bello tornarci. Quello che non mi piace, un problema dio tutte le fiere in verità, è che lascia un po’ a desiderare la sicurezza, perché purtroppo ci sono tante persone che vengono qui solo per molestare e non è facile allontanarsi”.
“Del Romics cambierei le modalità per raggiungerlo, a volte è complicato e le metropolitane si bloccano. A quel punto è difficile arrivare senza una macchina, e anche quelle possono avere problemi”, afferma invece Eleonora. “Per il resto è abbastanza grande, è facile raggiungere i punti dei raduni, ed essendo la capitale è molto vivace. Spesso capita che ci troviamo un personaggio fatto molto bene e qualcuno si permette di criticarlo. C’è davvero tanta, tanta fatica. Un po’ di umiltà in generale aiuterebbe; c’è chi si vanta particolarmente e si comporta in modo maleducato con gli altri.”
Se la passione per il cosplay perdurerà, nessuno può dirlo. Esistono nell’ambiente numerosi cosplayer anziani, apprezzati nella comunintà. Eleonora mostra qualche dubbio, anche se al momento prevale l’interesse: “penso che questo hobby rimarrà lì per almeno dieci anni, nella vita non si può mai dire. Per il momento mi piacerebbe mantenerlo”. Valerie, invece, è più sicura: “conosco sessantenni che fanno cosplay, spero di essere una di loro”.
E riassume il tutto, in breve, la cosplayer jasminlaudi: “Il Romics è un modo per vedere parecchi amici, anche se adesso tende ad essere troppo caotico. C’è una grande passione. Nel mio piccolo [non cambierei nulla]”.
Maria Flaminia Zacchilli
Foto: Maria Flaminia Zacchilli