fbpx Skip to content

L’Accènto editoriale

di Annalisa Civitelli

L’Accènto: Editoriale 117.

Educazione allo sbando 

La perdita del ritmo dei buoni gesti e delle parole sensate è deludente

Oggi desidero aprire il mio Editoriale 117. con un un paragone che di certo sembrerà azzardato. Esco da una due giorni di esperienza a PLPL alla Nuvola dell’Eur di Roma. Un incubatore di idee, dialoghi, parole e fermento culturale, dove tutto si svolge in modo educato, senza esternazioni malevole e folli farneticazioni. 

Ambiente, dunque, dove per cinque giorni si respira un’aria dalla raffinatezza palpabile. Direte voi, “ci mancherebbe altro, è un luogo pubblico ove bisogna rispettare determinati comportamenti“. 

Vi risponderei: certo! – potrebbe tuttavia accadere di tutto – la Nuvola è un luogo che accoglie persone dalle fogge e teste differenti che si uniscono in funzione dei libri e degli eventi che si svolgono all’interno dell’immenso spazio che, vedendolo, offre prospettive sempre nuove. 

Se questo è un esempio lampante di educazione e rispetto verso se stessi, il prossimo, la cultura e gli addetti del settore, la perfetta antitesi la vivo in giro per la città, osservando gli atteggiamenti dei giovani e non, quasi si andasse all’incontrario.

 Mi riferisco a un’educazione che in questo periodo pesante vacilla. 

La collettività in bilico 

Vige un sottobosco fatto di menefreghismo, avversità e violenza che viene altresì inneggiato da personaggi che dovrebbero tacere e che al contrario parlano alla pancia degli italiani. Dunque in contrasto con un Universo da me osservato in una manifestazione dedicata ai libri e dove si è assistito a incontri con gli autori in un decoroso silenzio. 

Il mio pensiero di conseguenza è: non tutti siamo siamo travolti da un’insita maleducazione, specialmente quando si è dediti all’ascolto di illustri autori che ci insegnano toni e modi di agire inerenti a ogni circostanza. 

Se da una parte il controverso di Vannacci con il suo “Il mondo al contrario”, che ha ricevuto risonanza ed è addirittura rimbalzato ai primi posti nella classifica categoria libri generale, esprime su carta idee discordanti con la realtà odierna dimostrandosi contro i gay, rimettendo in discussione il patriarcato come la figura della donna, e infine incitando all’odio, dall’altra la piazza ricerca un contenuto sociale più edificato. 

Tra l’altro il soggetto è ora sotto inchiesta proprio per il suo discutibile testo. Pensate. Rischiamo pure che il generale si butti in politica. Fermatevi. Riflettete. Una persona del genere potrebbe rappresentarci in Italia e in Europa? 

Educazione civica in bilico 

Il mio intento qui, infatti, è rimarcare fatti e fenomeni che si propagano tra i giovani e non solo. Più seguo le notizie, più circolo con bus e metropolitana più mi rendo conto che si stia espandendo una sottile insolenza che si fa sempre più radicata, soprattutto trovo il senso civico sopito. E questo quadro è veramente sconfortante. 

Si ha così l’impressione che laddove l’impetinenza altrui si insinui nelle anime più folli – e forse fragili – e si tramuti quasi in legge, d’altro canto depressione e malumore prendono il sopravvento sulla vita. Credo, pertanto, che quando si assiste a gesti e/o fenomeni che non racchiudono in loro gentilezza tutto possa capovolgersi. Come idee ed esempi che i grandi comunicano alle nuove generazioni. 

La vita attuale sembra così prendere pieghe diverse rispetto al passato. La gioventù odierna è sconclusionata, risulta perdersi senza guide e appoggi essenziali: ascolta la musica e guarda video dal cellulare sui mezzi pubblici senza cuffie, disturbando le persone vicine; urla, sbraita, picchia e tira calci contro i più deboli; corre con le auto picchiando sull’acceleratore senza un valido motivo. 

Le notizie di questi giorni si sommano a questi eventi: chi getta una bicicletta su uno studente ai Navigli (MI), chi se la prende con un gattino morto per le torture subite. 

Potrei continuare con i femminicidi, con le morti dei pedoni e infine con le morti bianche. Insomma, l’educazione civica è in bilico, il rispetto verso gli altri diminuisce, ognuno pensa a se stesso. E rimane impunito. 

Se poi il tentativo del Ministro Valditara, di introdurre la formazione sentimentale nelle scuole, viene demolito ancor prima di essere messo in atto allora l’intenzione di migliorare crolla. 

Un Paese sonnambulo 

Rifletto sul modello di società che stiamo costruendo, a chi ci ispiriamo, a chi vogliamo somigliare, a chi ci affidiamo, a chi ci governa, a come si esprimono i parlamentari, a chi ci calpesta con forza facendoci sentire nullità che camminano per il mondo. 

 Sento quindi che si stia capovolgendo il senso della correttezza personale: chi ha ragione ha torto e viceversa. 

Non si è più capaci di osservare questo tipo di casi con la lente di ingrandimento, nel dettaglio: sminuiamo tutto. Non ci si sacrifica più per gli altri. E l’episodio che ha portato Nebiolo in ospedale a Torino parla chiaro: l’uomo si ferma con il giallo al semaforo e viene aggredito dal ragazzo che lo ha tamponato. 

Comprendere il background del giovane per correggere la sua condotta diviene un compito indispensabile, soprattutto da parte dei suoi genitori. 

Bisognerebbe fermarsi. Riflettere. Tacere. Tuttavia la violenza continua a fare la voce grossa e rimaniamo a guardare in silenzio. Immobili. 

Aspettarsi delle reazioni comincia ad essere necessario. Siamo troppo addormentati e succubi degli eventi che lentamente ci risucchiano nel vuoto e il 57° Rapporto Censis, “La società italiana al 2023”, sulla situazione sociale del Paese è chiara, poiché è lo specchio che ci riflette tutti.