A Parco Center di Milano è andato in scena ‘Trame’, in occasione del Milano Fringe Off 2025. Uno spettacolo che parla di una società patriarcale di un’epoca lontana, ma non troppo
Tra i numerosi spazi coinvolti dall’edizione 2025 di Fringe Milano Off International Festival c’è Parco Center: l’edificio di una fabbrica fondata nel 1933 nel quartiere Barona è diventato un luogo espressamente dedicato agli eventi sulla diversità delle culture e sul futuro. È infatti il tipo di ambiente dove ci si aspetta di trovare un teatro che sperimenta, cerca strade nuove, fornisce gli strumenti per riconoscere gli stereotipi e decostruirli.

‘Trame…’ parte da un’idea che ha del potenziale: quattro donne (Cinzia Brugnola, Ketty Capra, Laura Carroccio e Maria Carolina Nardino) condividono lo stesso telaio, un lavoro paziente e metodico; una parola dopo l’altra, diventa chiaro che sebbene ciascuna provenga da un luogo e un tempo differente, tutte hanno conosciuto, interiorizzato e talvolta consapevolmente scardinato, i pregiudizi e le discriminazioni della società patriarcale.
Si parla di violenza fisica e psicologica, di maternità imposta come unico destino femminile, ma anche di desiderio e di emancipazione. Temi densi, necessari, che attraversano le vite di queste misteriose protagoniste.
Trame: indovinare l’identità dei personaggi
La drammaturgia di Ketty Capra e Silvia Bragonzi propone una sorta di caccia al tesoro, per far indovinare al pubblico la reale identità delle quattro: si rivelano pian piano, un filo narrativo alla volta. Dalle domande reciproche e dalle risposte emerge la loro identità originale.
Un ulteriore indizio è dato dal registro linguistico delle esclamazioni e degli appellativi di cortesia (ne citiamo soltanto uno, a titolo di esempio: “madonna” al posto di “signora”), come pure il riferimento a fatti che hanno una precisa collocazione storica.
Più d’una si professa artista, ma la più autoritaria sentenzia senza esitazioni “I figli sono il nostro capolavoro” e rincara la dose “I veri artisti sono maschi, basta guardare nei libri per rendersene conto”.
Chi fra loro non ha vissuto la maternità, è meno donna delle altre? La domanda aleggia, pesante come un macigno. Arriverà, infine, un colpo di scena che spingerà la madre esemplare giù dal piedistallo, rovesciando completamente la prospettiva.
La scintilla mancante
Quando il conflitto tra le donne e le epoche si fa concreto, quando le parole tagliano, ‘Trame’ trova la sua voce più autentica. Purtroppo il meccanismo complessivo resta didascalico, prevedibile.
Manca quella scintilla che trasforma un’idea interessante in drammaturgia efficace. Le quattro interpreti si impegnano con visibile buona volontà, ma il testo dà l’impressione di girare a vuoto, rischiando anche di ripetersi tra un intermezzo coreografico e l’altro.
L’unico altro elemento scenico, il fondale su cui scorrono dettagli colorati, è senz’altro coerente con la metafora della tessitura ma poco più di un suggerimento visivo.
Pier Paolo Chini
Festival Fringe Milano Off 2025 – Parco Center
Trame
2-3-4-5 ottobre
Testo Ketty Capra e Silvia Bragonzi
regia Silvia Beillard
con Cinzia Brugnola, Ketty Capra, Laura Carroccio e Maria Carolina Nardino
Produzione La Memoria del Teatro
