Il 29 settembre scorso, Cinzia Dato ancora una volta si è esibita al Chiostro Campitelli per il “Festival delle Nazioni – Notti romane al teatro di Marcello”. Con i suoi suoni pomposi, l’artista ha dato vita a quei virtuosismi che in ‘Piano solo’ ha reso eterni
Gente, sedetevi, afferrate un bicchiere di quel vino romano che brucia l’anima e ascoltate qui, perché sto per scaricare su di voi la recensione di un concerto che mi ha squarciato il petto come un riff di chitarra distorto in una notte di luna piena.

Parliamo di Cinzia Dato, pianista siciliana, che è scesa sul palco del Teatro di Marcello come una valchiria del Romanticismo, martellando tasti che sembravano urlare contro il cielo eterno di Roma.
Era il 29 settembre scorso e il mondo classico – quel bastione di polvere e perfezione – si è trasformato in un’arena rock per anime tormentate. Schumann, Liszt, Chopin? Non erano solo note su un foglio; erano proiettili sparati dritti al cuore!
Immaginatevi: il Chiostro di Campitelli, con quelle rovine antiche che ti fissano come fantasmi di imperatori annoiati, e l’aria calda sul finire dell’estate romana che ti si è appiccicata addosso come un’amante possessiva.
Piano solo: partiture di fuoco
Ma quando Cinzia Dato si è seduta a quel pianoforte, tutto è esploso. Figlia d’arte, diplomata a 19 anni con il massimo dei voti, vincitrice di quaranta concorsi, da Ibla a Salisburgo, questa donna non suona; lei combatte.
Ha studiato con Zadra a Losanna, Reinhold a Karlsruhe, e ha girato il mondo come una rockstar classica, collaborando con orchestre che farebbero impallidire i Led Zeppelin.
E il programma? Inizia con Domenico Scarlatti, quel barocco spagnolo-italiano che ti fa ballare sulle dita. “Sonata K. 208, K. 213, K. 27, K. 1” – bang!
Cinzia le ha prese e le ha trasformate in un turbine di allegria maliziosa, come se i tasti fossero corde di una chitarra flamenca sotto steroidi. Le sue mani volavano, precise come coltelli, ma con un fuoco interiore che ti faceva pensare: “Questo non è museo, questo è vivo!”
Poi, bum, Robert Schumann e la sua “Arabesque op. 18”. Schumann, quel pazzo romantico con il cervello in ebollizione – Cinzia l’ha resa un sogno febbrile, un vortice di emozioni che ti avvolge come fumo di sigaretta in un club jazz sotterraneo.
E non fermiamoci qui: le trascrizioni di Liszt su Schumann, “Zwei Lieder von Robert Schumann S. 567 – An den Sonnenschein e Rotes Röslein” – e la “Widmung S. 566”. Liszt, il diavolo del pianoforte, reinterpretato da una donna che lo fa sembrare un profeta.
Le note si inseguivano, si scontravano, esplodevano in cascate di passione. Cinzia non suona; lei evoca spiriti!
E poi, il clou: Frédéric Chopin, il poeta polacco della tastiera. “Le Études pour la Méthode de Moscheles et Fétis n. 1-3”, seguite dalle “op. 25 n. 1, 9, 10, 12” – studi che non sono esercizi, ma uragani!
Un atto di ribellione contro la noia
L’artista ha affrontato le composizioni con una ferocia gentile, dita che danzavano come fulmini su un lago calmo. E per chiudere, l'”Andante spianato” e “Polacca brillante in mi bemolle maggiore op. 22” – quella polonaise! Brillante? Era un’esplosione nucleare di gioia e malinconia, un inno alla vita che ti fa venire voglia di alzarti e urlare contro le stelle.
In un’epoca in cui la musica classica sembra un reliquiario polveroso, Cinzia Dato è la scintilla che la fa bruciare. Ha suonato con orchestre messicane, filarmoniche milanesi, ha vinto premi a New York e Salisburgo, e insegna al Conservatorio di Reggio Calabria come se stesse passando il testimone di una rivoluzione.
‘Piano solo’ non era solo musica; era un atto di ribellione contro la noia, un grido primordiale avvolto dal velluto. Se il direttore della Rivista “Rolling Stones” avesse ascoltato questa roba, avrebbe buttato via i suoi dischi rock per un po’ e detto: “Finalmente, qualcosa che ti spacca l’anima senza amplificatori!”
Andateci, gente, al prossimo concerto, per un’esperienza che vi cambierà. Roma non è solo Colosseo e pasta; è notti come questa, dove il passato incontra il fuoco eterno. Cinzia Dato: una leggenda in carne e ossa.
Filippo Novalis
Notti romane al teatro di Marcello
Concerti del Tempietto
Festival Musicale delle Nazioni
Cinzia Dato
in Piano solo
29 settembre
Domenico Scarlatti
Sonata K. 208, K. 213, K. 27, K. 1
Robert Schumann
Arabesque op. 18
Liszt
Zwei Lieder von Robert Schumann S. 567
An den Sonnenschein
Rotes Röslein
Widmung S. 566
Chopin
Le Études pour la Méthode de Moscheles et Fétis n. 1-3
op. 25 n. 1, 9, 10, 12
Andante spianato
Polacca brillante in mi bemolle maggiore op. 22
