Al teatro Argentina di Roma è andato in scena, dal 4 al 16 marzo, lo spettacolo diretto da Chiara Noschese, ‘November’. La commedia, scritta nel 2007 dal premio Pulitzer David Alan Mamet, racconta uno spaccato dell’America che non si discosta molto da quella attuale
Ambientata nel novembre dell’anno delle elezioni degli Stati Uniti, la commedia che il premio Pulitzer David Alan Mamet ha scritto negli anni della Recessione, racconta le ansie, i malumori, l’impudenza e le paure del presidente uscente, in crisi per il calo dei consensi, e la sua prevedibile mancata rielezione a cui non riesce proprio a rassegnarsi. ‘November’, in scena al teatro Argentina di Roma, dunque, mette in mostra tutto il cinismo e la ferocia della politica e del potere.

Lo spettacolo in due atti, diretto da Chiara Noschese – che nella pièce si è ritagliata il ruolo dell’assistente–ghost writer del presidente, Clarice Bernstein, è un susseguirsi incalzante di battute sarcastiche, dialoghi serrati, situazioni paradossali in cui domina la scena il mattatore Luca Barbareschi.
Perfetto nel ruolo di Charles Smith, il presidente uscente degli Stati Uniti d’America, Barbareschi interpreta un personaggio nevrotico e fuori controllo, che sogna di essere rieletto, pronto a tutto pur di non traslocare dalla Casa Bianca. Gli indici di gradimento tuttavia sono in caduta libera, i soldi stanno finendo, e sul Paese incombe la seria minaccia di una guerra nucleare.
November: il potere fa fare cose ridicole
Smith viene però dato per spacciato perfino dai più stretti collaboratori del suo staff: il fido avvocato Archer Brown (Simone Colombari) e la stessa assistente che, da perfetta idealista che è, gli scrive dei discorsi sempre molto efficaci ed edificanti, che vanno a contrastare con gli atti e le conversazioni di questo presidente immaginario.
Dal nome usuale, Smith strappa al pubblico più di una risata, perché incline ad accettare ogni compromesso per arrivare al suo scopo, senza preoccuparsi di apparire ridicolo e in alcuni casi patetico per il suo attaccamento alla poltrona.
Pur di racimolare qualche dollaro per la sua campagna elettorale, chiede di essere sponsorizzato dall’associazione nazionale dei produttori di tacchino. In cambio si presta ad organizzare un evento pubblico in cui si impegna a graziare almeno due dei pennuti dalla macellazione. Quando l’accordo salta, Smith è comunque pronto a sponsorizzare il pesce, ricorrendo agli indiani.
Un ritratto dell’America di ieri e di oggi
Nei dialoghi trovano diritto di cittadinanza parole come democrazia, popolo e giustizia, messe in voluta contrapposizione con battute come “Non possiamo fare il muro con il Messico perché non abbiamo i messicani per farlo”.
Scritta nel 2007, la commedia fa rivivere il clima di anni davvero bui, di quando l’America era in piena recessione. La crisi fu così devastante che gli economisti la definirono seconda solo a quella del 1929, causata dal crollo della Borsa di New York.
Nel titolo ‘November’, il drammaturgo Mamet così racchiude la forza di una tradizione che ha radici storiche. Essa risale a una decisione del Congresso del 1845, anno in cui si individua il mese giusto per l’Election Day, che corrispondeva, per l’appunto a novembre, dopo il periodo di raccolta nei campi, per far sì che andasse a votare il maggior numero di persone possibile.
Poi si passò alla scelta del giorno giusto. Escluso il lunedì per chi risiedeva lontano dai seggi elettorali e avrebbe dovuto mettersi in viaggio la domenica, e il mercoledì, giorno di mercato.
Alla fine, infatti, si preferì il martedì della prima settimana del penultimo mese dell’anno, mentre giovedì e venerdì, molto probabilmente, furono esclusi perché troppo a ridosso del fine settimana.
In un’America lontana e in regressione, pertanto, lo studio ovale rappresenta il palcoscenico perfetto per celebrare il funerale del sogno americano di ieri e di oggi.
Anna Merola
Foto: Federica Di Benedetto
Teatro Argentina
dal 4 al 16 marzo
November
di David Alan Mamet
Traduzione Luca Barbareschi
Regia Chiara Noschese
con
Luca Barbareschi Charles Smith
Chiara Noschese Clarice Bernstein
Simone Colombari Archer Brown
Nico Di Crescenzo Rappresentante associazione nazionale produttori tacchino
Brian Boccuni Dwight Grackle
Costumi Federica De Bona
Luci Francesco Vignati
Scene Lele Moreschi
Produzione Teatro di Roma – Teatro Nazionale, Cucuncia Entertainment s.r.l.