La sera del primo luglio 2024, Peppe Servillo e il gruppo di accompagnamento Anidride Solforosa si sono esibiti presso la Casa del Jazz di Roma in ‘Nevica sulla mia mano’, un tributo alla musica e ai linguaggi espressivi di Lucio Dalla e Roberto Roversi nell’omonimo album, nonché di Dalla in toto
Nel momento in cui Peppe Servillo prende nelle proprie mani il compito di presentare Lucio Dalla alla nuova generazione, in un tributo alla memoria che non si arroghi di replicarne i fasti, si può immaginare quantomeno un’atmosfera di simpatia.
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E in effetti ‘Nevica sulla mia mano’ si presenta così: una sorta di salottino all’aperto, nell’atmosfera accogliente della Casa del Jazz di Roma, in cui chi conosce le canzoni può cantarle a squarciagola e chi non le conosce può pensare “wow, niente male”, e magari scoprire di più.
Il concerto, che riprende pezzi famosi di Dalla come “Il coyote”, “Ulisse coperto di sale” e “Le parole incrociate”, celebra uno dei periodi dell’artista più riconoscibili e discussi: la collaborazione con Roberto Roversi, poeta bolognese con cui realizzò tre diversi dischi. “Il giorno aveva cinque teste” nel 1973, poi “Anidride solforosa” nel 1975, e infine “Automobili” nel 1976. Un greatest hits occasionale, ma anche un tributo efficace e rinfrescante.
Nevica sulla mia mano: le forti amicizie
Il rapporto tra Lucio Dalla e Roberto Roversi è l’amicizia Elton John–Bernie Taupin del nostro paese. Due amici che vanno d’accordo immediatamente, che guardano con timore e timidezza un mondo cangiante e sempre meno ospitale. Che trovano nell’ambiente comunale dell’arte, che si tratti della musica di Dalla o delle poesie di Roversi, uno sfogo per le loro contrarietà, la loro estraneità comune e perpetua, e il loro desiderio di cambiamento.
Così lo racconta Igort, il fumettista le cui illustrazioni accompagnano la performance.
“Dalla e Roversi, Roversi e Dalla, questi due nomi fanno parte della mia formazione, del mio piccolo bagaglio di passioni e amori. La loro collaborazione è stata un esempio di quanto si possa lavorare su contaminazioni reciproche con profitto e talento ed è sempre stata un faro, una luce luminosa che indicava che lavorare mantenendo integro un certo rigore era, in fin dei conti, possibile. Quando si incontrarono, i due si studiarono attentamente. Non ci poteva essere nulla di più distante, Roversi non possedeva neppure un mangianastri. Ma si piacquero e provarono a collaborare. A noi non restava che godere di queste musiche stridenti e moderne, in cui Dalla dava pieno sfogo a una fantasia infuocata. Erano arrangiamenti dissonanti a tratti, che vestivano liriche epiche di un’Italia povera, meravigliosamente umile e sognatrice.”
Il tributo di Servillo tiene accesa la folla e diverte, preservando le loro canzoni con un’interpretazione mutevole adatta ad ogni circostanza. La vena rock-swing, con la quale la band sceglie di direzionare il suo omaggio, si rivela la carta vincente per trovare un buon equilibrio in quelle canzoni. Non troppo distanti, mai troppo ricalcate.
Pezzi come “Il motore del 2000” e “Nuvolari” – quest’ultima di difficile comprensione, fuori contesto, per chi non può figurare nella propria testa la fascinazione popolare verso il celeberrimo pilota automobilistico – sono innegabilmente figli del loro tempo.
Presentarli oggi significa guardare ad essi con uno sguardo a posteriori, entrando nella testa di un Dalla che viveva il nostro passato come un presente e guardava al nostro presente come a un futuro lontano. Notevole quindi la vena sarcastica, quasi dissacrante, con cui viene presentato “Il motore del 2000”.
Il picco di energia ed eccitazione arriva alla fine – si torna ad “Anidride Solforosa” con “Le parole incrociate”. Quasi una chiamata alle armi, suonata con meno brio e assoli di arco e fiato con un che di funereo. La performance che più di tutte sembra comunicare l’equilibrio e la passione comune tra i due creativi, e il loro comune intento sociale.
Unica cosa da ridire, alla fin fine, le mosse di bacino di Servillo: anche meno, per favore!
Maria Flaminia Zacchilli
Nevica sulla mia mano
Parole, musica e immagini da Lucio Dalla e Roberto Roversi
Casa del Jazz di Roma
1 luglio
un progetto di Mario Tronco
in collaborazione con Antonio Bagnoli
con Peppe Servillo
e il gruppo Anidride Solforosa
Giuseppe “Pino” Pecorelli basso
Giuseppe “Peppe” D’Argenzio sassofoni
Marcello Tirelli tastiere
Emanuele Bultrini chitarra
Kiungmi Lee violoncello
Davide Savarese batteria
illustrazioni di IGORT
con la collaborazione del DAMS dell’Università di Bologna
Testi e ideazione da “Nevica sulla mia mano. Tre Album, due Artisti, una Storia”
a cura di Antonio Bagnoli e Arturo Bertusi, edizioni Pendragon/Chiaroscuro 2023
Produzione e distribuzione Retropalco