Il saggio di Antonio Penna, ‘Maschi che piangono poco’, edito da Garzanti, analizza le emozioni soprattutto dal punto di vista maschile. Nonostante gli stereotipi acquisiti e insiti nella società, ora qualche cosa sta cambiando: gli uomini cominciano a mostrare i loro sentimenti anche in pubblico, quelli incompetenti diventano leader mentre le qualità femminili possono cambiare il mondo
“L’evoluzione del cervello e del corpo ha comportato anche la comparsa di molte emozioni che oggi conosciamo bene. Le 13 emozioni sono infatti direttamente collegate alla corteccia motoria, cioè a quella parte del cervello che ci permette di muoverci. Ciò significa che, quando proviamo un’emozione, il nostro corpo si muove di conseguenza. Ecco allora che di fronte al pericolo possiamo scappare, nasconderci o mettere in atto altre strategie per salvarci.”
‘Maschi che piangono poco’ è un illuminante saggio edito da Garzanti. Scritto dallo psicologo e psicoterapeuta Antonio Penna, il libro ci regala non poche sorprese su quello che viene definito il sesso forte, ma che invece, da prestigiosi studi ed esperimenti medici e scientifici, risulta essere il più fragile.

Ciò soprattutto per la mancata elaborazione di alcune importanti emozioni, che fin da piccoli gran parte degli uomini reprime, anche per via di una diversa educazione che riceve rispetto alle bambine, dando, in molti casi, sfogo all’aggressività e ad azioni violente.
“E, purtroppo, inibire la rabbia – scrive Penna – ha un costo molto elevato in termini sociali e umani, perché questa emozione è associata a diversi schemi relazionali che portano chi la prova a covare risentimento, umiliazione, frustrazione, e anche tanta vergogna”.
Emozioni taciute
Cosa accadrebbe se gli uomini potessero finalmente esprimere, senza paura di essere biasimati fin dalla più tenera età, due delle sei emozioni universali come la tristezza e la paura? E non solo gioia, disgusto, sorpresa e rabbia, che sono le altre quattro?
Intanto, se alcuni uomini riuscissero ad esprimere le loro emozioni vivremmo in una società migliore in cui si consumerebbero meno atti violenti. Il pensiero, terribile, non può non andare ai sempre più diffusi femminicidi, che rappresentano una delle più preoccupanti emergenze collettive della nostra epoca.
In un mondo ideale, inoltre, ci sarebbero meno suicidi dei quali gli uomini detengono il primato in tutto il mondo, tranne che in Marocco, in cui a togliersi la vita sono più le donne, soprattutto per via delle terribili condizioni collettive e umane in cui versano.
“In questo libro non mi occupo delle emozioni dell’intero regno animale; mi concentro nello specifico sulle emozioni negli esseri umani. Inoltre, cito la cultura: cos’ha a che vedere con le emozioni?“
Maschi che piangono poco: riflessioni e confronti
Per affrontare il problema, non solo dei maschi che piangono poco, ma dell’intera società, lo psicologo Penna ha scritto “Il Manifesto delle emozioni maschili”, che considera il punto di arrivo di riflessioni e confronti sui diversi comportamenti di uomini e donne.
Un vademecum che ci guarda dentro, esplorando i meandri del nostro, spesso tormentato, Io. Un testo in cui, per i primi dodici punti, si chiarisce che occorre sempre tenere presenti alcuni dei seguenti fondamenti neuropsicologici.
Si parla, per esempio, di quanto il manifesto sottolinei l’importanza del mondo emotivo di tutti gli esseri umani, mettendo anche in luce i modi in cui la cultura modifichi soprattutto i maschi. Inoltre, le emozioni sono universali, unisex.
Dunque, paura, gioia, tristezza, disgusto, sorpresa e rabbia sono insite in noi. Infine i maschi, sin dalla nascita, hanno maggior bisogno di contatto e conforto delle femmine, ma di solito questa necessità viene negata e soppressa. E questo è solo un riassunto!
“Quindi, un’emozione produce un’azione. Contemporaneamente, una parte dell’informazione viene dirottata alla coscienza a mo’ di “notifica”. Cioè, in un lasso di tempo inferiore a un secondo, l’emozione e l’azione vengono per prime, mentre la loro consapevolezza arriva successivamente. Quando capiamo cosa stiamo provando sono successe già tante cose nella nostra materia grigia.”
La rabbia repressa dalle donne
E se agli uomini è apparso sempre lecito mostrare la propria rabbia, le donne l’hanno spesso, nel corso dei secoli, repressa, e ciò non è stato sempre positivo.
In compenso, però, danno spesso spazio alle loro emozioni, legittimando, per esempio la tristezza e la paura, condividendole con le amiche, e praticando, a differenza degli uomini, la cura non solo per i figli, ma per le persone che hanno intorno: genitori anziani, amici in difficoltà, compagni di vita.
In questo modo si costruiscono delle relazioni solide a cui appoggiarsi e fare riferimento durante i periodi bui della loro vita.
“Ma – specifica lo psicoterapeuta – se i maschi non dimostrano un atteggiamento di cura nei confronti di chi li circonda è spesso perché il loro ruolo sociale è ormai consolidato ed è frutto di un’educazione che si differenza da quella delle bambine. Ma vivere in empatia con gli altri è la chiave anche per condurre una vita serena e gioiosa. Lo conferma una ricerca dell’università di Harvard, secondo la quale esistono delle variabili in grado di condizionare la nostra felicità, tra cui quella di coltivare relazioni solide di mutuo soccorso, che ci aiutino a far fronte alle difficoltà.”
Maschi che piangono poco: la libertà di essere fragili
Ma come si sviluppano delle buone relazioni? Ascoltando la nostra emotività, che ci informa su come stiamo con gli altri, per permetterci di provvedere in caso di difficoltà.
Tuttavia, può anche accadere che, ormai adulti e privati di alcune fondamentali emozioni, siamo incapaci di occuparci efficacemente delle nostre relazioni.
A torto si pensa che i bambini e i ragazzi siano più forti ma non è così, perché le sei emozioni universali sono unisex. Lo studio di casi clinici, infatti, ha anche evidenziato che, dopo la nascita, il sistema nervoso maschile si sviluppa più lentamente di quello femminile.
Nei bambini, inoltre, è più alto il livello di cortisolo, che è l’ormone dello stress. La minore intelligenza emotiva dei maschi è frutto di un lavoro quotidiano e di una società, quella attuale che non sempre tollera gli uomini che piangono.
È curioso scoprire, attraverso la storia e la letteratura, che i nostri antenati non disdegnavano la commozione. Ulisse e i suoi compagni si lasciano andare al pianto almeno cinquanta volte nell’”Odissea”, e anche i Romani erano inclini a sfoghi del genere, mentre “ai Germani – scriveva Tacito – non era concesso versare lacrime”.
Nelle società attuali, purtroppo, esistono delle dinamiche educative che spingono i bambini, i ragazzi, e poi gli uomini, a reprimere il loro dolore, ma
“inibire la tristezza – per Penna – significa aumentare la sofferenza e l’aggressività contro se stessi e gli altri”.
Maschi che piangono molto
Per fortuna, esistono anche uomini che stanno invertendo la tendenza. Sono i “maschi che piangono molto”, mostrando serenamente, o meno, le loro emozioni, e sono un grande esempio per tutti.
Nel libro si ricorda l’abbraccio tra Roger Federer e Rafael Nadal per l’addio al tennis del campione svizzero. Le loro foto in lacrime hanno fatto il giro del mondo.
Pertanto, da dove si deve partire per provare a cambiare le cose e vivere in una società meno violenta e aggressiva?
Lo psicologo Penna non ha dubbi:
“occorre lavorare prima di tutto sull’educazione dei bambini che devono poter vivere le loro emozioni esattamente come le bambine, senza dare spazio a luoghi comuni sulla presunta forza maschile”.
Perché gli uomini incompetenti diventano leader
La debolezza degli uomini ha avuto, e sta avendo, ricadute preoccupanti soprattutto sulla collettività. Purtroppo, di esempi, di uomini incompetenti al potere ne abbiamo fin troppi, e anche su larga scala.
Secondo Penna, infatti,
“chi li vota, o li sceglie, lo fa perché ammira la sicurezza che hanno di sé, dando meno spazio a doti fondamentali per un leader come la competenza, l’empatia, l’umiltà, l’etica, la curiosità e, naturalmente la stabilità emotiva”.
Tutte qualità che spesso hanno le donne.
Le qualità femminili salvano il mondo
In ‘Maschi che piangono poco’ è citato un articolo apparso su “Il Foglio”, a firma di Andrea Graziosi, storico e docente all’Università Federico II di Napoli, dal titolo “Perché i maschi sono in crisi”.
Due foto illustrano il suo pensiero, secondo Penna, e sembrano evidenziare il gender gap, a favore del sesso femminile: una ritrae i dieci migliori studenti del Politecnico di Milano, tutte donne già nel 2001; l’altra immortala l’assalto al Campidoglio degli Stati Uniti d’America del gennaio 2022, dove si vede chiaramente che tutti i manifestanti sono uomini.
E, secondo Graziosi
“la ragione di questa dicotomia è il cambiamento in direzione di un mondo che premia le qualità femminili (intelligenza, equilibrio, cultura), mentre la società che premiava le qualità maschili (controllo, forza e dominio) è ormai al tramonto”.
Maschi che piangono poco: sentirsi liberi
Il testo che abbiamo letto ci ha donato illuminanti chiavi di lettura dei comportamenti che tutti noi assumiamo quando non teniamo nella giusta considerazione le emozioni che spesso ci travolgono.
Ci ha aiutato a comprendere le cause di rapporti non sempre idilliaci con persone aggressive, che sembrano forti, che invece sono fragili e, quindi, andrebbero maneggiate con cura. Conferma, inoltre, quanto sia essenziale vivere relazioni vere e profonde, che sono alla base di una vita serena e felice.
Ci ha ancora di più motivato alla solidarietà e alla cura delle persone che fanno parte della nostra esistenza, ma anche di quelle che osserviamo, a volte con superficialità, da lontano. Il libro ci ha stimolato a non voltarci dall’altra parte quando notiamo nello sguardo di un amico un non so che di inquietante, o disagio e sofferenza.
Infine, ci ha ricordato che solo accettando senza vergogna le nostre fragilità ed elaborando le nostre frustrazioni e sconfitte ci sentiremo davvero liberi.
“[…] essere consapevoli delle proprie emozioni ci offre la possibilità di modularle per mezzo della ragione e di ricorrere, per esempio, a strategie non violente.”
Alberto Penna: una scrittura efficace
La scrittura dell’autore è efficace e lineare. Le varie tesi che presenta sono sempre supportate da argomenti e dati inattaccabili, riportati con coerenza e competenza, senza l’intenzione di criticare o difendere nessuno.
Ci sentiamo di consigliare questo arricchente saggio, soprattutto a chi ha voglia di approfondire il mondo vitale delle emozioni per cercare di affrontare la vita in modo più sereno ed empatico.
Anna Merola
Biografia
Alberto Penna è psicologo e psicoterapeuta, docente della Scuola di Psicoterapia Mara Selvini Palazzoli. Si occupa di formazione e supervisione da oltre vent’anni.
In terapia e formazione utilizza un metodo che coinvolge le emozioni e il corpo. Terapeuta da oltre 25 anni, ha pubblicato, nel 2023, insieme a Laura Fino un libro sulla terapia di coppia, dal titolo “Al di là delle parole”.
È autore del “Manifesto per le emozioni maschili” e divulgatore sull’argomento.
Alberto Penna
Maschi che piangono poco
In memoria di Giorgio Armenise
Edizione Garzanti
Collana Saggi
Genere Saggistica
Anno 2024
Pagine 176