Il Milano Fringe Off 2025 si può definire una rassegna itinerante e di ampio respiro. Le pièce in programma toccano tematiche attuali, come ‘Marta tra le stelle’ che sa raccontare, con grazia, sia degli affetti familiari sia dei problemi che oggi i giovani si trovano ad affrontare
C’è un tipo di comicità che non serve a far dimenticare i problemi, ma a guardarli dritti negli occhi senza perdere il sorriso. È quella che abita ‘Marta, tra le stelle’, monologo scritto e interpretato da Margherita Frisone, in cui molte delle risate nascondono autentici pugni nello stomaco.

Lo spettacolo, prodotto da Perle di Vetro, è da poco andato in scena all’Istituto Carlo Bazzi in occasione del Fringe Milano Off International Festival.
Marta tra le stelle: un ping pong tra realtà e interiorità
Siamo nella camera da letto di Marta, attrice non ancora trentenne alle prese con i problemi della vita adulta. Sogna il palcoscenico, il grande schermo, magari un Oscar in fondo al tunnel.
La realtà, invece, è fatta di lavori pagati male o in nero, aspettative familiari ansiogene, paragoni inopportuni. Inoltre si aggiunge la narrazione mediatica: laureati-prodigio, la sconosciuta diventata star dall’oggi al domani, influencer che pubblicano libri senza averne la competenza.
Un bombardamento continuo di modelli irraggiungibili che trasforma ogni percorso di crescita reale in un presunto fallimento.
In questo ping pong tra vita interiore – fatta di bisogni, desideri, sogni – e concretezza, Marta fa di tutto per non perdere il sorriso. E che sorriso: lei appartiene a quel prezioso, raro tipo di persona che quando ride non chiude gli occhi ma cerca lo sguardo degli altri, perché la risata passi da un volto all’altro e tutti si accendano come candele.
È importante, perché “se anche uno solo si arrende, tutti perdono qualcosa”.
Imparare a sostenere chi ci sta vicino
Margherita Frisone si dimostra bravissima tanto nella scrittura quanto nell’interpretazione. Sa regolare al volo la temperatura del pubblico, dosando con precisione divertimento e partecipazione emotiva.
Particolarmente toccante è il modo in cui racconta, con delicatezza, quanto possa essere difficile fare i conti con un affetto familiare che non sempre tiene conto dei cambiamenti o delle reali inclinazioni.
I paragoni inopportuni che solo un profondo affetto può giustificare, e solo fino a un certo punto. Perché sarebbe cosa buona e saggia che tutti, a prescindere dal grado di parentela, si impegnassero a trovare altri modi per sostenere davvero chi sta loro a cuore.
Il capovolgimento generazionale
Se la scrittura e la recitazione brillano, la regia di Alessandra Borgosano appare meno ispirata. Per carità, tutto tiene, ma dopo un po’ il passaggio tra dimensione interiore ed esteriore potrebbe essere lasciato alla libera interpretazione, con un pizzico di maggiore fiducia nell’intelligenza emotiva degli spettatori.
‘Marta, tra le stelle’ rimane comunque uno spettacolo godibilissimo, di quelli a cui si tornerebbe volentieri portando amici, fidanzati, e perché no, anche parenti.
Anzi, forse proprio i parenti. Marta da bambina pensava che il meglio fosse nel futuro, da ventinovenne teme che la felicità sia ormai alle spalle. È un capovolgimento generazionale che dice molto sulla pressione che grava sui giovani adulti di oggi, schiacciati tra aspettative impossibili e un presente che non concede respiro.
Pier Paolo Chini
Festival Fringe Milano Off 2025 – Istituto Carlo Bazzi
Marta, tra le stelle
2-3-4-5 ottobre
Regia Alessandra Borgosano
di e con Margherita Frisone
Costumi Margherita Frisone
Luci Simone Lo Presti
Musiche Giuseppe Scopelliti
Produzione Perle di Vetro
