Maria Teresa Agnesi, sorella minore di Maria Gaetana, matematica e filosofa, è stata una compositrice raffinata. La sua musica dallo stile personale ed elegante, pur non passando alla storia, fu però apprezzata da Imperatrici e Principesse del tempo
Spesso si pensa che all’epoca di Mozart non esistevano compositrici. Tuttavia, nel 2010 è uscito il film di René Féret, “Nannerl, la sorella di Mozart”, nel quale si narra la triste vicenda della ragazza, che nonostante fosse persino più talentuosa del fratello, dovette rinunciare alla musica per dedicarsi ai comuni doveri delle donne, ovvero la vita casalinga e il matrimonio.

Per quanto vera sia questa vicenda, che sicuramente descrive la sorte di moltissime donne del tempo, la verità è che nel ‘700 vivevano delle compositrici. Una di queste è Maria Teresa Agnesi (1720-1795), sorella minore della più nota Maria Gaetana Agnesi, passata alla storia come matematica e filosofa.
Le due sorelle, provenienti da una famiglia dell’alta borghesia, riuscita persino ad acquisire un titolo nobiliare proprio negli anni della loro vita, hanno dimostrato di farsi strada come intellettuali.
La condizione di donna colta del tempo era un privilegio che però poteva essere concesso soltanto alle monache, oppure a donne di altissimo lignaggio. Se Maria Gaetana Agnesi ha scelto, infatti, di diventare suora, la vita di Maria Teresa Agnesi prese vie ancora più impreviste.
Rimane nella casa paterna fino a 32 anni, per poi sposarsi successivamente alla morte del padre, diventando Maria Teresa Agnesi Pinottini.Il matrimonio non le impedisce di comporre musica e intere opere per i maggiori regnanti d’Europa.
Maria Teresa Agnesi: la favorita dalle Principesse
La prima opera che l’Agnesi scrive è “Sofonisba”: dedicata a Francesco I di Lorena, di fatto è rivolta a Maria Teresa d’Austria.
La compositrice, con questo componimento, incensa le virtù dell’Imperatrice attraverso il curioso accostamento con il personaggio della principessa cartaginese Sofonisba, morta avvelenata.
L’opera, evidentemente controversa, non è mai stata eseguita in pubblico, è conservata tuttora nella biblioteca austriaca, a dimostrazione che Maria Teresa d’Austria apprezzò lo sforzo dell’Agnesi.
Altre regnanti stimavano la musicista, come la Principessa Maria Antonia Walpurgis di Baviera, compositrice anch’essa, che rispose personalmente a una lettera dell’Agnesi per complimentarsi con lei per le “Arie con Istromenti” che le aveva mandato in omaggio nel 1749.
Lo stile compositivo apprezzato dai nobili
Maria Teresa Agnesi ha scritto almeno una decina di brani, fra cui “L’Insubria Consolata”, “Ulisse in Campania”, “Il re pastore” e altri numerosissimi componimenti. Considerata una musicista di altissimo livello, al pari di Galuppi o altri esecutori dell’epoca, l’Agnesi tuttavia non ottiene il successo di molti suoi colleghi uomini.
E accade per due ragioni: la prima è che, mentre agli uomini era permesso di guadagnare dai propri lavori, ciò non accadeva per le donne. Eppure, Maria Teresa Agnesi ha scritto sempre senza mai trarre profitto dai suoi componimenti e forse non lo ha mai cercato, essendo questo il vero tabù dell’epoca.
La seconda, più sottile, è che l’Agnesi per tutta la sua vita dovette cercare i favori dei/delle regnanti al fine di far eseguire le sue opere, portando così il suo stile compositivo verso il gusto dei nobili dell’epoca, spazzato via dalla Rivoluzione Francese.
Maria Teresa Agnesi: una compositrice raffinata
Detto in altre parole, Maria Teresa Agnesi, a differenza di un Mozart, non ha potuto scegliere ovvero dedicarsi a stili compositivi più satirici o pungenti, come per esempio l’opera buffa, che spesso denunciava le falle della società dell’epoca.
Il risultato è quello di una musicista raffinatissima, che scriveva in maniera molto più accurata e per certi aspetti difficile, rispetto ai comuni operisti che invece concepivano moltitudini di opere per mestiere.
Il suo stile tanto personale quanto sofisticato, però, non è passato alla storia in quanto intimamente legato al sentire della società nobiliare del tempo. Mancava, appunto, lo spirito rivoluzionario così presente, per esempio, nella musica di Mozart.
Per comprendere il tocco dell’Agnesi si possono ascoltare i brani intensi e che ricalcano lo stile del tempo all’interno dei CD “Arie con Istromenti, 1749” e “Arie dall’opera Sofonisba”.
Se questa critica può essere vera per quasi tutti i compositori del XVIII secolo, che quasi sempre hanno scritto secondo i gusti dei nobili, per Maria Teresa Agnesi bisogna sottolineare il fatto che, essendo donna, non le sarebbe stato concesso esprimersi in maniera ancor più originale e particolare di quanto si sia espressa.
Se dunque sappiamo che per i colleghi uomini la scelta della direzione delle loro opere era totalmente libera, dobbiamo considerare che non sapremo mai cosa avrebbe scelto l’Agnesi in condizioni di pari libertà intellettuale.
Elena De Simone