‘Kairos’ di Jenny Erpenbeck, edito da Sellerio, racconta di un amore tra un uomo adulto e una giovane ragazza diciottenne. Immerge chi legge in una Berlino vicina alla caduta del muro, ponendo al contempo molti interrogativi ai quali si prova a dare risposta
“Questo fu tutto. Tutto era accaduto come doveva accadere. Era l’11 luglio del 1986”
USA, adesso: una donna riceve degli scatoloni contenenti ricordi di un uomo morto di recente. Berlino, metà anni ’80: un uomo e una donna incrociano i loro sguardi su un bus, in una piovosa serata estiva.

Scatta così il più didascalico dei colpi di fulmine, tanto facile da sembrare all’inizio quasi un accordo, di quelli che gli amanti mettono in piedi per ravvivare una relazione, quando fingono di non conoscersi e indirizzano il flusso delle cose esattamente come piace a loro, con la sicurezza di conoscere già il lieto finale.
Così inizia ‘Kairos’ di Jenny Erpenbeck, edito da Sellerio, con un colpo di fulmine veritiero, reso possibile solo perché gli eventi di quella serata si sono susseguiti esattamente come avrebbero dovuto, per far sì che nascesse la storia d’amore fra Hans e Katharina.
Kairos, il dio del momento opportuno, è lui l’artefice dello sliding doors amorevole a cui stiamo assistendo? Ci sarebbe stata una sola possibilità che i due amanti potessero incontrarsi? Se sì, è avvenuta per mano sua?
“E i loro anni di nascita sommati insieme fanno proprio cento.“
Kairos: la differenza di età
Apprendiamo subito, però, che i due amanti appena conosciuti non sono due giovani: Hans è uno scrittore cinquantenne e Katharina ha solo diciannove anni.
Assistiamo dunque al sopraffarsi della felicità con l’amara consapevolezza di chi sospetta una prevedibile fine dell’amore descritto, in netto stridio sia con l’ottimismo post-adolescenziale di lei sia con il clamoroso stupore di lui. Un uomo adulto, sposato, che sa bene fin dall’inizio che non potrà essere duratura l’avventura, ma ne è sopraffatto egli stesso, in modo totalizzante.
Per alimentare e sostenere una relazione del genere, Hans non potrà che ricorrere a menzogne ed opacità. Rabbrividiamo quasi come di fronte a una premonizione nel momento in cui, i primi giorni di frequentazione, lui ammette di avere già un’altra relazione extraconiugale.
Chi è davvero Hans? Cosa attira e spinge Katharina nelle braccia di un uomo ormai adulto? In che tipo di vortice sta cadendo? Chi sarà in grado di manipolare e chi si farà manipolare?
Hans avverte l’inesorabile scorrere del tempo ed è conscio che non potrà mai essere in sintonia con la vitalità che Katharina deve ancora far esplodere. Questa percezione provocherà l’emergere del lato più oscuro dell’animo umano.
La differenza d’età sconvolge più il lettore che il resto dei personaggi attorno a Katharina, la quale non si scompone minimamente né di questa né del fatto che lui sia sposato e con un figlio adolescente.
Nonostante la vita reticente che la Repubblica Democratica Tedesca imponeva ai suoi abitanti, non c’è traccia di bigottismo nell’accettazione della relazione. Forse anche questo è un segno premonitore della caduta del muro che di lì a poco avrebbe liberato i cittadini di Berlino est.
“Eppure anche lei adesso è parte di quelle menzogne. E i sotterfugi di Hans li apprezza addirittura come un privilegio a lei destinato.“
L’amore e il flusso di coscienza su resti di macerie
Il romanzo alterna flussi di coscienza che descrivono euforia amorosa, erotismo, paure e gelosie, anche attraverso l’uso di frasi spezzate, mettendo a confronto i pensieri di lei con quelli di lui in un serrato confronto persino sulla carta stampata.
Le modalità di esposizione dei pensieri è sicuramente innovativa e alterna i canti e controcanti a descrizioni più ragionate.
Mentre si delineano i fatti che a prima vista parrebbero insignificanti, come ad esempio camminare a pochi passi di distanza in un sottopassaggio, Erpenbeck delinea e descrive la mappa della città reale.
Berlino, dunque, è anch’essa protagonista, che viene profilata a poco a poco attribuendo ai suoi angoli, cene, passeggiate, sguardi. Anche retroattivi: Hans spesso attribuisce alle strade una nuova connotazione da quando conosce Katharina. Non sono più le stesse di quando le percorreva da giovane adulto, o solo una settimana prima di averla conosciuta.
“L’annunciatore del telegiornale sta raccogliendo le pagine da dove ha letto le notizie e dà un colpetto alla risma di fogli di modo che tutto quanto è accaduto quel giorno ritrovi il suo ordine.“
Kairos: l’esattezza del momento
‘Kairos’ è ben consapevole che ogni singolo momento ha in sé la potenzialità di far accadere tutto o niente, e ogni momento viene esposto evidenziando il germe di ciò che potrebbe generare.
Ogni fatto o avvenimento è collegato al passato, ne chiarisce la genesi, le motivazioni che lo hanno reso necessario alla realtà.
La realtà stessa non è un susseguirsi caotico di eventi bensì una spiegazione logica di nessi e connessi, un eterno senno di poi che spiega e giustifica i fatti, esattamente come un innamorato comprende e giustifica le circostanze solo in virtù di descrivere la nascita dell’amore che sta vivendo.
L’assoluta fiducia nella completezza degli eventi e delle loro relazioni può far apparire la scrittura scontata e a volte insabbiare l’innovazione letteraria che le pagine del libro portano con sé.
“Il vecchio Stato stanco si era fidato di quella ragazzina e l’aveva lasciata partire, e adesso scendendo le scale verso l’atrio della stazione, dove lascerà il bagaglio al deposito, la ragazzina sente all’improvviso il proprio potere.“
Un popolo diviso dal muro
Non solo la topografia della città emerge tra le righe del romanzo di Erpenbeck, ma anche la presenza, seppur affaticata, di uno stato e di una città lacerata, divisa nelle sue membra nel mezzo di una notte. Si mostrano la tristezza e la rassegnazione di un destino eterodiretto, forse anch’essa dalla volontà divina.
In ‘Kairos’ ci troviamo negli ultimi anni della Germania divisa; l’assurdità della separazione emerge ancora più netta nella descrizione cruda della realtà così evidentemente differente, da una parte all’altra del muro. Un amore di formazione, sulle rovine di una civiltà da ricostruire.
Laura Vespa
Biografia
Jenny Erpenbeck è una scrittrice e autrice di testi teatrali, nata nel 1967 a Berlino est, da padre di origini russe e madre polacca.
Laureata nel 1985, ha studiato in seguito teatro specializzandosi in regia di musical al conservatorio per poi lavorare come assistente alla regia e regista freelancer in numerosi teatri.
È considerata una delle maggiori autrici in lingua tedesca. Dal 1999 ha ottenuto prestigiosi riconoscimenti: l’Independent Foreign Fiction Prize del 2015 con “E non è subito sera”, il Premio Strega Europeo del 2017 con “Voci del verbo andare” e l’International Booker Prize nel 2024 con “Kairos”.
Kairos
Jenny Erpenbeck
Traduzione Ada Vigliani
Editore Sellerio
Collana La memoria
Genere Romanzo
Anno 2024
Pagine 393