Andrea Vitali torna a incantare i suoi lettori con una narrazione vivace e densa di umanità, ambientata nella Bellano degli anni Trenta. Con ‘Il sistema vivacchia’ pubblicato da Garzanti, questo nuovo capitolo delle vicende del maresciallo Ernesto Maccadò si conferma un piccolo gioiello di ironia, introspezione e fine osservazione sociale. Vitali, con il suo stile inconfondibile, dipinge ancora una volta un affresco vivrante della provincia italiana, dove il grottesco e il quotidiano si fondono in un’irresistibile commedia dell’animo umano
“L’insegna era quasi illeggibile e non solo per la luce crepuscolare, la nebbiolina che s’era levata dal naviglio. Scolorita piuttosto, scrostata in più punti. Anche ridicola volendo, Tipografia Vivacchia. Il tutto non ispirava una gran fiducia, anzi. L’indirizzo peraltro era quello, via Cicco Simonetta 14, impossibile sbagliare.”
Al centro della vicenda de ‘Il sistema vivacchia’ di Andrea Vitali, edito da Garzanti, troviamo Aurelio Trovatore, segretario locale del Partito Fascista, un uomo che definire insipido sarebbe già un complimento. Più che guidare la sezione, pare dormire sugli allori (ammesso che li abbia mai conquistati), generando l’irritazione dei militanti più ferventi. Tra questi spicca Caio Scafandro, personaggio ambizioso e bramoso di visibilità, che mal digerisce di essere stato scavalcato nella corsa alla carica.

L’occasione per mettersi in mostra arriva quando il cognato di Caio, Graziato, viene accusato di aver sottratto del carbone: una questione che rischia di trasformarsi in un imbarazzo politico, essendo l’indagato iscritto al Fascio.
Poiché Trovatore si dimostra nuovamente inerte, Scafandro prende l’iniziativa e invia un telegramma alla federazione di Como affinché venga mandato un avvocato capace di salvare la faccia al Partito e, di riflesso, anche la propria.
“Che fosse stata colpa della trippa? Niente da dire, ne aveva svuotate tre scodelle! O magari dell’aria che s’era beccato in pieno stomaco non appena era uscito dall’osteria del Ponte, così, bel bello, senza nemmeno abbottonarsi il giacchettino men tre l’ariaccia che soffiava in via Cavour l’aveva centrato in pieno. Nemmeno poteva scartare l’ipotesi che la ragione fosse da attribuire al fatto che da tre giorni non aveva, come dicevano i beneducati, il beneficio corporale.“
Maccadò: l’equilibrio silenzioso di un’Italia che barcolla
Nel frattempo, i carabinieri – tra cui il maresciallo Maccadò e l’appuntato Misfatti – seguono gli sviluppi con quell’occhio ironico e disincantato che è ormai tratto distintivo della penna di Vitali.
E come sempre, a Bellano le cose non vanno mai secondo le aspettative: gli avvocati convocati saranno addirittura due, e ciò che sembrava un pasticcio politico si trasformerà in una gustosa controversia legale.
Ernesto Maccadò, figura ormai consolidata nel vitaliverso, è il punto fermo in una comunità dove l’improvvisazione è regola e il senso civico latita. In questo episodio, oltre a fronteggiare l’ennesima situazione surreale con il suo aplomb proverbiale, il maresciallo affronta anche una piccola crisi domestica: acquistare o meno la radio nuova tanto desiderata dalla moglie Maristella?
Una scelta in apparenza banale, ma che riflette un cambiamento epocale e un conflitto generazionale sotterraneo.
Attraverso questi dilemmi quotidiani e a prima vista secondari, Vitali riesce a cogliere il cuore pulsante di un’Italia che si dibatte tra modernità e tradizione, tra conformismo e libertà personale. E lo fa con leggerezza, mai con superficialità.
Il sistema vivacchia: resistenza civile e morale
Il titolo del romanzo è emblematico. ‘Il sistema vivacchia’ rappresenta una filosofia di vita tutta italiana, soprattutto in tempi difficili: adattarsi, tirare avanti, non prendere posizione, ma cercare di evitare il peggio.
Una forma di sopravvivenza civile e morale, che permette agli individui di superare anche le tempeste del regime – o almeno, di uscirne il meno ammaccati possibile.
È in questo contesto che il libro brilla: mette in scena una galleria di figure umane che non aspirano all’eroismo, ma semplicemente a cavarsela. E spesso, proprio in questa loro mediocrità bonaria, risiedono i momenti più autentici e toccanti della narrazione.
Uno stile narrativo ricco di sfumature linguistiche
Lo stile di Andrea Vitali è, come sempre, raffinato ma accessibile. La scrittura scivola con naturalezza, arricchita da sfumature linguistiche e da un lessico scelto con cura, mai artificioso. Le frasi scorrono leggere, la punteggiatura è precisa, i dialoghi brillano di naturalezza e ironia.
L’autore, infatti, padroneggia l’arte del racconto breve esteso in forma di romanzo: ogni capitolo è un piccolo quadro narrativo, in cui nulla è lasciato al caso. Con garbo, umorismo e una sensibilità rara, costruisce una trama avvincente, animata da personaggi memorabili e da una satira affilata che non fa sconti e nemmeno processi.
‘Il sistema vivacchia – I casi del maresciallo Maccadò’ è una lettura imprescindibile per chi già conosce e ama l’opera di Andrea Vitali. Come ogni testo di Vitali, il libro è una storia a se stante, tuttavia delinea anche un ottimo punto di partenza per chi si affaccia per la prima volta alla sua produzione.
In un panorama editoriale spesso dominato da toni cupi e introspezioni dolorose, Andrea Vitali continua a regalarci testi che fanno sorridere, riflettere e – soprattutto – ricordare.
Andrea Di Sciullo
Biografia
Andrea Vitali è nato a Bellano nel 1956. Medico di professione, ha esordito nel 1989 con il romanzo “Il procuratore”, che si è aggiudicato l’anno seguente il premio Montblanc per il romanzo giovane.
Nel 1996 ha vinto il premio letterario Piero Chiara con “L’ombra di Marinetti”. Approdato alla Garzanti nel 2003 con “Una finestra vistalago” (premio Grinzane Cavour 2004, sezione narrativa, e premio Bruno Gioffrè 2004), ha continuato a riscuotere ampio consenso di pubblico e di critica con i romanzi che si sono succeduti, costantemente presenti nelle classifiche dei libri più venduti, ottenendo, tra gli altri, il premio Bancarella nel 2006 (“La figlia del podestà”), il premio Ernest Hemingway nel 2008 (“La modista”), il premio Procida Isola di Arturo Elsa Morante, il premio Campiello sezione giuria dei letterati nel 2009, quando è stato anche finalista del premio Strega (“Almeno il cappello”), il premio internazionale di letteratura Alda Merini, premio dei lettori, nel 2011 (“Olive comprese”).
Nel 2008 gli è stato conferito il premio letterario Boccaccio per l’opera omnia, nel 2015 il premio De Sica e nel 2019 il Premio Giovannino Guareschi per l’Umorismo nella Letteratura.
Il sistema Vivacchia
i casi del maresciallo Maccadò
Andrea Vitali
Editore Garzanti
Collana Narratori Moderni
Genere Giallo
Anno 2024
Pagine 272