L’11 e il 12 marzo scorsi, il teatro Trastevere di Roma ha ospitato ‘Hungry’, un profondo monologo che, presentato al pubblico con una cornice leggera e ironica, accende una luce sul drammatico significato che i disturbi alimentari hanno per milioni di persone che ne soffrono in tutto il mondo
Gina è una simpatica ragazza umbra che cerca il proprio posto nel mondo dello spettacolo: mentre Gina si abbandona a una lunga sequenza di riflessioni personali, emerge la sua identità, lasciando capire come quella giovane donna snella e solitaria abbia un rapporto controverso e pericoloso con il cibo e con il proprio corpo.

Con una cifra che riesce a sdrammatizzare in maniera giusta e intelligente, ‘Hungry’, il riuscito lavoro scritto e interpretato da Eleonora Cucciarelli, esegue un’analisi onesta e rispettosa delle tante facce dei disturbi alimentari.
Hungry: un disturbo che inizia nella mente
Senza perdersi in inutili metafore, il lavoro dichiara senza indugi come i DCA siano principalmente conseguenza di gabbie mentali che alterano la psicologia di chi ne soffre, sottolineando come non esistano delle vere e proprie cause esterne alle quali imputare l’intera colpa di quella condizione.
La regia della brava Alessandra Silipo costruisce per il copione una struttura eloquente e dinamica che, all’interno della scenografia, concede gli spazi più privilegiati a due elementi cruciali per chi è affetto da anoressia o bulimia: un frigorifero e uno specchio.
Questi due oggetti rappresentano la doppia identità della protagonista, la quale si trova in uno stato di estrema sofferenza, imprigionata tra quei due fattori che per lei significano allo stesso tempo una tentazione e una condanna.
“Perché non posso essere grassa e felice?”
È in una frase tanto semplice, quanto dolorosa, come “perché non posso essere grassa e felice?” – che Gina pronuncia – che è racchiuso il senso non soltanto dello spettacolo ma di tutto ciò che un disturbo alimentare comporta per milioni di persone in tutto il mondo.
E dunque, nonostante il copione faccia di ‘Hungry’ una commedia apparentemente leggera e che regala al pubblico anche una notevole dose di risate, tra le righe la platea può percepire una serie di informazioni molto più delicate, e in alcuni frangenti addirittura commoventi, che acuiscono ancor di più la sensibilità e la consapevolezza che i DCA meritano.
La protagonista e autrice del testo, Eleonora Cucciarelli, interpreta la protagonista con una indovinata recitazione stralunata e naif che riesce a nascondere con furbizia le note più drammatiche del monologo.
Nella sua globalità, ‘Hungry’ è una produzione importante e scritta con molta coscienza che, aiutata da una serie di piccole correzioni, può diventare ancora migliore.
Gabriele Amoroso
Teatro Trastevere
11 e 12 marzo
Hungry
Di e con Eleonora Cucciarelli
Regia Alessandra Silipo