‘Fiori d’acciaio’, tratto dal film di Herbert Ross, è riadattato per il teatro da Michela Andreozzi e Francesco Bellomo. In scena al teatro Tor Bella Monaca di Roma – solo per due sere, il 5 e 6 marzo, vanta un cast d’eccezione e promette un sano divertimento
‘Fiori d’acciaio’, la commedia andata in scena al teatro di Tor Bella Monaca capitolino per sole due serate, narra, prima di tutto, la doppia faccia della vita, sempre pronta a donarci, in modo spesso scombinato, gioie e dolori, per poi celebrare il sentimento più nobile che ci sia, ovvero l’amicizia.

A mettere in scena uno spettacolo piacevole, che induce alla riflessione, un gruppo di sei donne talmente diverse tra loro, per cultura, estrazione sociale, età e interessi, da sembrare a prima vista, davvero assai male assortito.
Ma, come da prassi, la prima occhiata inganna e, le vicende di queste amiche così differenti tra di loro, che riescono sempre a esserci l’una per l’altra, s’intreccia in un susseguirsi di situazioni comiche e drammatiche, che strappano al numeroso pubblico in sala più di una risata e di un sorriso, seppur, dolceamaro.
Verità e bellezza del racconto
Chi ha sulle spalle qualche anno in più, non può non ricordare il film omonimo che ha fatto la storia del cinema per la verità e la bellezza di un racconto, magistralmente interpretato da attrici del calibro di Shirley MacLaine, Julia Roberts e Sally Field.
Sul palco il ruolo della mamma della ragazza, che mette a rischio la sua vita pur di avere un figlio, è interpretato dalla brava Anna Galiena, mentre un’irriconoscibile Martina Colombari veste i panni della scombinata Anna che, ingannata e maltrattata dal finto marito, trova rifugio in un salone di bellezza di provincia, “un microcosmo – come ama definirlo Michela Andreozzi che, assieme a Massimiliano Vado, dirige la commedia – specchio di macrocosmi, le cui dinamiche, perfino oggi, fanno fatica a cambiare”.
“Per questo motivo – aggiunge la regista – si è deciso di lasciare l’ambientazione di fine anni Ottanta, che permette di osservare un tempo appena trascorso e racconta che siamo già nel futuro”.
Fiori d’acciaio: confidenze viso a viso
Tuttavia, qualcosa di dissimile, rispetto agli anni Ottanta, che rende più veri ed efficaci i dialoghi c’è, o meglio manca: l’onnipresente telefonino. Per cui, per fortuna, gli esilaranti e riflessivi confronti tra le sei donne non risentono delle mille interruzioni provocate da bip, avvisi di notifica e, ancora peggio, dal trillo del cellulare.
Appare perfino scontato constatare che “vis à vis ci si comprendeva e ci si comprende meglio“. Convincenti, nei loro rispettivi ruoli, anche Gabriella Silvestri, Alessandra Ferrara, Caterina Milicchio e Cristina Fondi.
È d’obbligo ricordare che lo storico lungometraggio del 1989 prendeva lo spunto da una pièce teatrale di Robert Harling, che poi curò la sceneggiatura della fortunata opera diretta da Herbert Ross, e che il titolo inglese (“Steel Magnolias”, letteralmente “Magnolie d’acciaio”) è un appellativo dato alle donne degli Stati Uniti, dove la magnolia è un albero molto diffuso.
Il vero significato di “Fiori d’acciaio” – però, e anche della commedia dell’Andreozzi, è tutto nella storia di queste sei donne, sei fiori che, seppur delicati e all’apparenza fragili, si scopriranno d’acciaio, nient’affatto pronte a piegarsi di fronte alle avversità della vita.
Anna Merola
Foto: Beniamino Finocchiaro
Fiori d’acciaio
Una commedia divertente e delicata che ha fatto la storia del cinema
5 e 6 marzo
Teatro Tor Bella Monaca
di Robert Harling
Adattamento Michela Andreozzi e Francesco Bellomo
Regia Massimiliano Vado
con Anna Galiena, Martina Colombari, Gabriella Silvestri, Alessandra Ferrara, Flora Contraffatto e Stefania Micheli
Aiuto regia Francesca Somma
Scene e costumi Carlo De Marino
Light design Umile Manieri
Musiche Roberto Procaccini
Logistica Giuseppe Castaldo
Organizzazione Ylenia Manfredi