Al teatro Vittoria di Roma dal 10 al 20 ottobre ‘Esterino’ è una rappresentazione dolce e nostalgica che, attraverso una rincorsa tra sogno e realtà, mette in contatto la platea con i valori essenziali e i rapporti umani più significanti per ognuno di noi. Scritto da Marco Rinaldi, lo spettacolo è diretto da Paolo Vanacore e vede protagonisti Geppi Di Stasio, Roberto D’Alessandro e Antonello Pascale
Esterino, nome insolito per un bambino assolutamente ordinario, è legato affettivamente al nonno e, dopo la sua dipartita, lo recupera nei sogni.
Su una scena essenziale si apre la rappresentazione che vede protagonisti il piccolo Esterino, nonno Lello e lo psicologo, Dottor Bellachioma i quali, tra sogno e realtà, avviano discorsi che attingono dal mondo della psicanalisi.
I dialoghi onirici notturni
I dialoghi onirici tra Esterino e nonno Lello vengono ritenuti dai genitori come un segno di possibile follia del bambino, che viene quindi mandato in analisi da uno psicoterapeuta, impreparato e opportunista. La cui unica abilità è quella di trascinare alla lunga i tempi delle sedute, per assicurarsi guadagni prolungati perché “deve pagare le rate dell’assicurazione e del mutuo”.
Le scene si susseguono con ritmo incalzante tra la notte – in cui, in sogno, a Esterino appare il nonno e tra i due si instaurano amabili dialoghi sul presente e sul futuro, come avveniva quando nonno Lello era in vita, e il pomeriggio, dopo la scuola, in cui il bambino dialoga con l’inconcludente psicoterapeuta.
La vis comica, accentuata dall’idioma napoletano, con cui si esprime Esterino, scaturisce nei colloqui notturni alla figura della Signora Fiorella, evidentemente, già amante del nonno mentre era in vita e che questi spera di avere presto al suo fianco
anche nell’oltretomba, per erotici piaceri di cui ha evidente nostalgia.
Nelle conversazioni, nonno Lello si informa anche sulle condizioni di salute della nonna di Esterino augurandosi che stia bene il più a lungo possibile e alla larga dall’aldilà dove invece Lello ha trovato finalmente pace.
Esterino e la psicoterapia
L’arguzia dei dialoghi pomeridiani poggia, invece, sulla goffaggine del Dottor Bellachioma, il vagheggiante psicoterapeuta che nelle sedute di analisi con Esterino, mentre questi racconta i sogni, finge di prendere appunti, evidentemente a casaccio, come si comprende dalle riletture, che blatera fra sé.
Dunque, avere un quaderno di appunti e una penna per lo psicoterapeuta è solo un atteggiamento per rendersi tronfio e autorevole agli occhi del bambino, di cui neanche ricorda il nome chiamandolo a ogni seduta in modo diverso, seppur assonante con Esterino.
Le scene, curate da Alessandro Chiti, si svolgono nella camera da letto del bambino e nello studio dello psicoterapeuta, introducendo così l’atmosfera adeguata o evocativa della situazione che si andrà a figurare.
Gli spazi temporali e il cambio di ambientazione sono magistralmente sottolineati dalla musica di Alessandro Panatteri, che con calzanti note accompagna ogni chiusura e apertura di scena.
L’adeguatezza musicale è talmente forte e coinvolgente in relazione ai luoghi e ai personaggi da farci persino dimenticare che Esterino è interpretato da un adulto, il camaleontico Antonio Pascale.
Il regista Vanacore, di certo, ha puntato non solo sulla bravura degli attori ma anche sul coinvolgimento dello spettatore attraverso le appropriate composizioni musicali.
‘Esterino’ è uno spettacolo da gustare dall’inizio alla fine. Fa entrare dentro la visceralità dei rapporti tra nonni e nipoti che si vorrebbe non finissero mai e che affronta il tema della psicoterapia in modo paradossale e tenero al contempo.
Cinzia Scalise
Foto: Manuela Giusto
Teatro Vittoria
dal 10 al 20 ottobre
Esterino
di Marco Rinaldi
Regia Paolo Vanacore
con Geppi Di Stasio, Roberto D’Alessandro e Antonello Pascale
Disegno luci Camilla Piccioni
Musiche originali Alessandro Panatteri
Scene Alessandro Chiti
Produzione CMR Project Camera Musicale Romana srls