Al teatro Vittoria, dal 27 marzo al 13 aprile, va in scena ‘Come Cristo comanda’, scritto da Michele La Ginestra e diretto da Roberto Marafante. La commedia, come conferma Michele La Ginestra, ricorda quelle anni ’70-’80, ricalcando lo stile del maestro Gigi Magni: in perfetto equilibrio tra sacro e un sano sarcasmo si racconta di due centurioni romani che, lontani da Roma, dialogano tra loro cercando di trovare un senso all’esistenza
‘Come Cristo comanda’, in scena al teatro Vittoria di Roma fino al 13 aprile, è la commedia semiseria di Pasqua, uno spettacolo che tratta il tema sacro per eccellenza, restando in perfetto equilibrio tra il dovuto rispetto che si deve all’argomento e l’ironia scanzonata di due soldati romani, passati alla storia per essere stati i testimoni del martirio di Cristo.

Michele La Ginestra, anche autore del testo, veste i panni di Stefano, mentre Cassio, magistralmente interpretato da Massimo Wertmuller, è il centurione che guida i legionari sul Golgota durante la crocifissione di Gesù.
I due attori, diretti da Roberto Marafante, sono accompagnati, per buona parte della rappresentazione, da una figura angelica, ben rappresentata da Ilaria Nestovito, che intona una dolce e rassicurante melodia.
Riflettere sul senso della vita e della morte
Corre l’anno 33 d.C., l’imperatore di Roma è Tiberio, ma Stefano e Cassio sono ormai lontani dalla città eterna. Si trovano, infatti, in mezzo al deserto, parlano a voce bassa per non essere sorpresi, con il terrore di essere stati seguiti, mangiano pane azzimo raffermo e si riposano sulle dune. Il tetto delle stelle inoltre li induce a riflessioni importanti sul senso della vita e della morte.
I due si confrontano sull’inutilità della guerra, di ogni guerra. Parlano a lungo del crudele martirio di Cristo, tirando in causa anche Ponzio Pilato, e la moglie Claudia Procula. Cassio racconta che, dopo aver dato da bere a Gesù acqua e aceto, la sua vita non è stata più la stessa.
Stefano e Cassio discettano anche di tante altre questioni: dal cibo che manca all’amore coniugale, dalla licenza di uccidere dei romani ai tanti massacri perpetrati in nome della presunta diversità.
Tematiche eterne che rendono la commedia profonda e leggera allo stesso tempo, grazie anche al talento dei due interpreti che, oltre a essere ben diretti da Marafante, all’occorrenza, cambiano abilmente registro attoriale, strappando risate e misurati sorrisi, passando da ponderazioni serie a battute scherzose.
Come Cristo comanda: essere se stessi
Semplice ed emblematica appare la scenografia. Il deserto, le dune e il cielo stellato rappresentano l’habitat perfetto per i due soldati che, lontano da Roma, possono essere finalmente loro stessi, facendo i conti con la propria solitudine, ma anche con la loro coscienza.
‘Come Cristo comanda’ ricorda le commedie romane degli anni Settanta e Ottanta, impressione confermata da Michele La Ginestra che spiega: “Ho scritto questo testo volutamente, nello stile del maestro Gigi Magni. Mentre scrivevo, pensavo che l’attore più giusto per indossare i panni di Cassio fosse Massimo Wertmuller, con la sua profondità d’animo, e la sua giocosa romanità, che rende leggero qualsiasi ragionamento, anche il più contorto”.
“Poi – aggiunge – mi sono innamorato della storia ed ho capito che non sarei riuscito a cedere ad altri il ruolo di Stefano, uomo pratico, spontaneo, istintivo, perdendo, peraltro, il privilegio di dividere il palcoscenico, per la prima volta, con Massimo”.
Anna Merola
Foto: Alessandro De Luca Rapone
Teatro Vittoria
Come Cristo comanda
dal 27 marzo al 13 aprile
di Michele La Ginestra
Regia Roberto Marafante
con Michele La Ginestra, Massimo Wertmüller e Ilaria Nestovito
Aiuto regia Ludovica Di Donato
Costumi Giusy Nicoletti
Mixer audio e luci Diego Castorina
Musiche Andrea Perrozzi
Scene Teresa Caruso
Organizzazione Alessandro Prugnola
Distribuzione Pigrecodelta
Produzione Fondazione Sipario Toscana Onlus