Sospensione nel tempo
Ci siamo già immersi nella cultura giapponese, in particolar modo in quella delle “anime”, mediante un approfondimento sullo “studio Ghibli”. Ci siamo resi conto che le tradizioni nipponiche sono numerose e tuttora mantenute in vita. Oggi desideriamo condurvi all’interno di un’altra forma artistica orientale: gli aquiloni. Attraverseremo questo percorso in compagnia dell’artista romana Anna Onesti e le sue opere su carta
Dal 3 ottobre 2020 al 10 gennaio 2021 nei musei di Villa Torlonia – Casina delle Civette a Roma si terrà la mostra ‘Un mondo fluttuante. Opere su carta di Anna Onesti’ basata sull’esperienza dell’artista italiana che si è avvicinata all’arte orientale sin dal 1985.
Molti, al sentire pronunciare la parola aquilone, verranno trasportati automaticamente all’infanzia, a quei momenti genuini passati a creare e a provare a far volare questi oggetti fluttuanti.
Per i giapponesi tuttavia è diverso: l’aquilone è un rituale. Anche se esso può sembrare un manufatto innocente e ricreativo, è pieno di significato e ha insite in sé storia e mitologia.
Nella storia, questi prodotti artigianali erano usati per inviare dei messaggi, altresì vennero utilizzati come contatto tra cielo e terra, tra Dei e umani, ed erano infatti considerati oggetti sacri. Le figure rappresentate, come il drago e gli uccelli – sempre in evoluzione – volevano essere un tramite per ringraziare e per chiedere qualche cosa agli Spiriti–Dei o un modo di pregare. La tradizione dunque non è morta, ma sopravvive ancora oggi.
La baracca di un mendicante:
sopra si alza un aquilone
bellissimo
Per la lavorazione degli aquiloni si inizia scegliendo materiali perfetti: per Anna la carta è sempre protagonista.
Il washi (carta in giapponese) è creata dalla polpa degli alberi di gelzo (Kozo), che viene poi piegata, cucita, attorcigliata e pressata dall’artista, il quale proseguirà utilizzando un’altra tecnica giapponese: lo “Shiborizome”.
Quest’ultimo, metodo per la decorazione del tessuto, consiste nel legare o manipolare la stoffa e immergerla in un bagno di tintura che crea una sorta di fantasia astratta.
Si utilizza anche l’“Itakimzome” una procedura di resistenza: la carta o il tessuto si piegano, si stringono e si tingono, così le forme impediscono alla tintura di penetrare nel materiale che rivestono.
“Queste opere che io definisco – ‘Nuvole di carta’ – sono anche un atto di libertà. La possibilità di poter vedere danzare le mie carte liberandole nel cielo, montate su strutture dinamiche e leggere, ha indirizzato sempre più il mio lavoro verso la ricerca della leggerezza e del movimento”, spiega Anna Onesti.
I colori brillanti caratterizzano le opere dell’Onesti, che utilizza pitture di origine organica: il rosa per i fiori, il blu dell’indigofera tinctoria, il viola del legno del Brasile o il rosso con delle radici di robbia, e così via. Per completare le creazioni l’artista ha utilizzato strutture di bambù.
È già da diversi anni che Anna Onesti realizza eventi di questo genere: “Immagini del cielo” (2005) per proseguire con “Scrivere il cielo” (2009) dove espone a Roma accanto al maestro giapponese, Toshiharu Umeya. Seguono “I colori del vento” (2010), “In volo” (2013), “Nuvole di carta” e altre esibizioni. In quella attuale, ‘Un mondo fluttuante. Opere su carta di Anna Onesti’, si contemplano otto opere tra Aquiloni e Arazzi.
Dai colori sgargianti e dalle sfumature tenui, i lavori riproducono disegni floreali e geometrici, linee morbide e sinuose, che si lasciano osservare come si ammira il cielo, perché questo tipo di arte ci fa sentire in sintonia con la natura, il vento, l’aria e persino la luce del sole.
Sembra di vivere in un intervallo sospeso.
‘Un mondo fluttuante. Opere su carta di Anna Onesti’ è un passo indietro nel tempo: richiama il passato per incontrare l’oggi e il futuro ovvero le meraviglie dell’arte tradizionale giapponese, rappresentate da un’artista italiana, che ancora vivono e resistono all’interno della complessa contemporaneità.
L’esposizione inoltre inviata a riflettere sul lavoro manuale, sull’importanza della carta artigianale, che tuttora viene prodotta in Oriente in modo fiorente, e sui colori naturali. ‘Un mondo fluttuante’ dunque si fa portavoce di un messaggio: i tre elementi possono coabitare con la tecnologia, ma soprattutto la loro vita dipende da un ambiente sano e non deturpato.
Agnese De Luca
Foto: Agnese De Luca
Musei di Villa Torlonia – Casina delle Civette
Un mondo fluttuante. Opere su carta di Anna Onesti
opere Anna Onesti
dal 3 Ottobre 2020 al 10 Gennaio del 2021
a cura di Alessia Ferraro e Maria Grazia Massafra
con il patrocinio di Fondazione Italia Giappone
con la collaborazione di Arcastudio (TO), Cartiera Paudice Nereo (Leinì – TO), Ditta Ivano Francavilla (Anzio – RM), IkiGai Art Gallery (RM), Interno 14 next (RM), Oasicolore e Studiodueti (Marino – RM
Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale e Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali